Il parco nazionale del Vesuvio brucia, in queste ore dopo otto giorni dall’inizio di questa triste storia, centinaia di volontari e associazioni, contribuiscono alla causa .
Luigi, volontario di Ercolano racconta la sua esperienza :
“Domenica mattina alle ore 9 , abbiamo partecipato ad un evento per prestare soccorso a gli animali privati del loro habitat naturale.
Oltre 300 specie si aggirano senza sosta in cerca di acqua e cibo.
Giunti sul luogo siamo stati travolti da una sensazione di sconforto, gli stivali affondano in 10 centimetri di cenere, miglia di alberi carbonizzati, dove prima cresceva rigogliosa una fitta vegetazione, ora domina un inquietante silenzio.
Duecento persone, sfilano col capo chino e le mascherine per proteggersi dai fumi.
Camminiamo a fila indiana, a passo lento come in un cimitero, circondati da migliaia di lapidi imbrunente dal fuoco.
Tanti i pensieri che affollano la mente, ma non c’è tempo per la retorica , oggi è il tempo di darsi da fare, bisogna salvare il salvabile e quindi cominciamo dai sopravvissuti, gli animali.
Cibo in abbondanza e decine di taniche d’acqua trasportate fin sulla vetta del monte.
Le specie sopravvissute avranno qualcosa di cui cibarsi nei prossimi giorni.
I volti dei volontari, gli occhi irritati dai fumi, le mani annerite dalla cenere, il respiro affannato e il sudore ad impregnare gli indumenti, ma nel cuore la speranza che un giorno tutto sarà recuperato, non importa quanti anni e quanto impegno ci vorrà, l’importante è stare dalla parte di chi lotta con orgoglio a difesa del territorio.
I responsabili di questo disastro per ora possono dormire sogni tranquilli, non sono loro la nostra priorità, anzi forse il vero problema è che non lo sono mai stati, purtroppo.”