Ormai è fatta! pare sia solo questione di giorni se non di ore e poi finalmente si dovrebbero scorgere dei piccoli di tartaruga fare capolino dalla sabbia, da quei pochi centimetri quadrati di sabbia che sono stati i sorvegliati speciali negli ultimi due mesi.
Ma facciamo un passo indietro. Tutto è cominciato la notte tra il 7 e l’8 agosto, quando due ragazzi, intenti a passeggiare sul litorale torrese, scorgono la sagoma di una tartaruga in risalita dal mare.
Si rendono conto di quello che sta succedendo, dell’eccezionalità dell’evento e decidono di intervenire.
Prontamente allertate, sono accorse tutte le autorità competenti dall’Anton dohrn alla capitaneria di porto nonché tutte le associazioni specializzate in questi interventi.
E’ confermato, per la prima volta una tartaruga della specie caretta caretta ha deciso di nidificare a Torre del Greco! Si decide quasi subito di traslocare le uova, li’ dove sono rischiano di essere distrutte da una mareggiata (ndr).
Piccola ma doverosa precisazione: il compito di mamma tartaruga finisce con la deposizione delle uova, non tornerà per la schiusa né forse incontrerà mai i suoi piccoli, ma comunque ha contribuito, con non pochi sforzi, alla conservazione della specie.
Il nido è stato messo in sicurezza, cioè delimitato da recinzione sia lateralmente (per evitare che qualche animale scavando faccia riemergere le uova) sia dall’alto (per scongiurare che i piccoli di tartaruga siano preda di gabbiani); le uova sono state così lasciate sotto la sabbia in incubazione aspettando con pazienza che l’embrione completi il suo sviluppo.
Stiamo parlando di uova dalle dimensioni ridotte, grandi quanto una pallina da ping-pong per intenderci. Il periodo di incubazione varia tra i 45 e i 70 giorni circa, in quest’arco di tempo è stata monitorata con cadenza almeno giornaliera la temperatura della sabbia.
Giunti ad inizio ottobre, in prossimità quindi del probabile periodo di schiusa, il monitoraggio è diventato più intenso:la temperatura è stata rilevata ogni due ore circa, questo perchè una variazione di temperatura potrebbe indicare un movimento all’interno del nido, ovvero la fuoriuscita dei piccoli dalle uova.
Al momento non ci resta che aspettare, ciascuno dei volontari che si è recato al nido per il monitoraggio è stato ampiamente ‘addestrato’ su come comportarsi in caso di schiusa e di probabile fuoriuscita di tartarughe.
Ps. In questi giorni abbiamo potuto constatare che il lembo di spiaggia dove mamma tartaruga aveva inizialmente deposto le uova si è ridotto drasticamente in quanto completamente ricoperto dalla mareggiata a conferma del fatto che se fosse rimasto lì probabilmente sarebbe andato distrutto.
Noi di Fondalicampania stiamo partecipando attivamente e con forte entusiasmo alle attività di monitoraggio, siamo tutti in trepidante attesa per l’evento di schiusa che ci auguriamo avvenga quanto prima.
Vi terremo aggiornati!
Un doveroso ringraziamento va al personale dell’Anton dohrn, alla associazione Tartapedia.
Si ringrazia per la preziosa disponibilità il dottor Fulvio Maffucci, responsabile Anton Dohrn.