Ercolano foto Fondalicampania |
Cara Campania, tanti cari saluti da Bruxelles, si perché è proprio il caso di dirlo, la Campania è nel cuore del UE. E’ qui che si preparano le nuove sanzioni che si abbatteranno sull’ Italia e tanto per cambiare, la Campania è tristemente al centro di ogni inadempienza nella classifica e nei rapporti della commissione Europea. Acque reflue, scarichi fognari, sversamenti illegali e incontrollati di melme e veleni in mare.
Questa la traccia, ancora incompiuto lo svolgimento. Per rendere chiara la questione, per non farla sembrare troppo artefatta e lontana dai nostri interessi, vi raccontiamo brevemente ed in modo semplice le vicende passate, quelle presenti, le future.
La Campania sta andando inevitabilmente e senza mezzi termini, incontro ad un salasso di proporzioni gigantesche. La mancata applicazione della direttiva comunitaria 271 del 1991 sul trattamento delle acque reflue, sta schiacciando l’ Italia e la Campania contro un muro fatto di dure condanne e sanzioni salatissime, viste le innumerevoli inadempienze che già nelle prime settimane del 2016, non saranno più tollerate.
C’è infatti una sentenza di condanna emessa nel Luglio del 2012 dalla Corte di Giustizia Europea a carico dell’ Italia. Termine ultimo Gennaio prossimo, periodo entro il quale è richiesto l’ improrogabile adeguamento ai contenuti della suddetta sentenza. I contenuti? Carenze infrastrutturali dei sistemi di raccolta e trattamento degli scarichi fognari in 88 agglomerati urbani con più di 15000 abitanti.
Grazie al trattatato di Lisbona del 2007, e che prevede una grazia di tre anni, ogni paese può contare su questa proroga di tempo e dedicarlo al rispetto e all’ adeguamento ad una sentenza di condanna. Nel momento in cui la Commissione Europea rilevi ritardi per codesti adeguamenti, sceglierà di deferire nuovamente il Paese alla Corte e che a sua volta provvederà ad emettere un’ altra sentenza di condanna, con la differenza che questa volta non ci saranno grazie. Questa volta arriveranno le sanzioni.
In quella condanna del 2012, la nostra Campania è presente con ben 9 agglomerati urbani condannati e la cosa più allarmante, data ormai la quasi certezza delle sanzioni, risulta essere aldilà delle beghe politiche, l’ immobilismo delle istituzioni, della politica regionale e di tutte le strutture e le imprese preposte ai suddetti adempimenti. E mentre il governo si dice pronto ad intervenire, ad oggi, alle porte del nuovo anno, tutte le eventualità si materializzano in certezze. Danno e beffa quindi, nonostante i supporti economici stanziati alle regioni al fine di evitare una seconda condanna, infatti, proprio per scongiurare il rischio di questo pericolo ormai imminente, sono stati stanziati ben 1807 Milioni di Euro , tra fondi strutturali e fondi Europei per lo sviluppo regionale. Questi fondi sarebbero dovuti servire proprio al riassetto completo di tutte le strutture oggetto di quella amara sentenza , ma uno screening condotto lo scorso Marzo dal Ministero dell’ ambiente , non ha fatto altro che svelare l’ esatto contrario. I lavori sono destinati a prolungarsi ben oltre le scadenze previste ed in alcuni casi bisognerà attendere fino al 2020. Ci si ritroverà quindi, oltre che ad essere sommersi dai liquami e dai fanghi al veleno, a subire il peso delle Maximulte che si abbatteranno violentemente sull’ Italia e sulle Regioni.
Poche conclusioni quindi, che la Campania si regga forte. Pochi giorni di attesa e poi i ringraziamenti. Ringrazieremo i responsabili politici, quelli amministrativi, nonché le flemmatiche burocrazie, le società appaltanti e quelle appaltatrici, chi lucra, chi fa del malaffare, chi si accorda per interessi economici, chi favorisce la malavita a discapito dell’ ambiente, chi senza dignità continua a scaricare vergogne in mare ancora, ancora e ancora.
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