L’iniziativa di fondalicampania sta trovando riscontro positivo fra gli utenti, ecco un nuovo messaggio in bottiglia per i lettori del Nostro blog che porta la firma di Giovanni Chiaravalle nostro Amico e lettore.
Se hai una storia da raccontare al mare, scrivi ed invia a fondalicampania@gmail.com
Saremo lieti di pubblicarla!!!
… Agostino
Agostino scelse il mare, quando l’isola offriva anche i monti, i campi e il pascolo. Scelse il mare per quel suo carattere solitario ma non schivo. Scelse il mare , il peschereccio ed una piccola casetta non lontano dal porto. Figlio di contadini , scelse il mare. A modo suo era un riscatto…. (clicca Mi Piace e continua a leggere il racconto)
Agostino aveva spalle forti. Curve. Scuro come il cioccolato. Sandali marroni sotto un completino di maglietta e pantalone verdino. Un cappello di cotone con visiera. Aveva sempre con sé un golfino ed una piccola borsetta in cui custodiva gelosamente le sigarette , pochi spiccioli un fazzoletto e una piccola confezione di ago e filo. Uomo di fatica ma curatore del suo personale. Mani pulite e piedi lisci. In barca toglieva il cappello che puntualmente gli lasciava il segno ed il contorno.
Capelli cortissimi , rasati di fresco come la barba. Canuto come il mar dell’isola in pieno inverno. Uomo forte sebbene magro. Nerboruto. Elastico. Mai visto con del vino nelle mani. Fumava un bel po’.
“Caneira non vuole, una madre non può pretendere che i figli siano perfetti” diceva spesso.
Agostino era uomo pensieroso. Silenzioso. Di poca compagnia ma saggio. Parlava poco e proprio per questo le sue parole erano ben misurate. Misurate come le boccate che chiedeva alla sua sigaretta. Sembrava aver un tale controllo su ogni sua azione , che la natura , nel suo essere , spesso, frenetica , avesse accettato il fallimento. La vita di Agostino potrebbe esser riassunta in poco più di dieci parole. Mare, pesca rasoio e poco altro. Agostino lo tenevi chiuso in una mano. Apparentemente nulla che lo facesse ricordare. Si diceva di lui fosse scorbutico ma non antipatico. Il silenzioso.
La vita dei pescatori è una scansione.
Orari stabiliti. Gesti stabiliti. Spazi e tempi fermi e spesso d’attesa. La vita dei pescatori , nei secoli, sin dalle origini fenicie ha vissuto di isolamenti , risse, studio dei moti lunari e delle stelle. Sarà sempre così. Anche domani, su imbarcazioni da milioni di dollari , il mare sarà sempre lo stesso. A nulla servirà l’introduzione di scandagli, profondimetri, radar e telecamere di profondità. Il mare conserverà i suoi segreti. Le sue spelonche. Il suo mistero.
Mare dei Fenici, dei Romani e di Agostino. Lo stesso mare dei Malavoglia. C’è un Malavoglia in ogni uomo che ha incrociato il suo destino col mare. Quelli che hanno imbracciato una rete da pescatore, quelli che hanno armato fucili ed arpioni anche quelli che per diletto saliti su una piccola barca hanno preso tra le mani una canna. Dialogo col mare , la discussione , il conflitto , la confessione. Il destino.
Agostino , il vecchio pescatore , sarebbe un perfetto personaggio dei Malavoglia. Agostino sarebbe perfetto sulle barche dei Fenici. Il vecchio è un pescatore e tanto basta per renderlo immortale. Un uomo che attraversa i secoli. Lo spazio e il tempo.
Il tempo è passato per tutti. Galantuomo. Passa e porta con sé le finte verità , le credenze fasulle e le discussioni che non hanno pilastri né fondamenta. Crolla il mediocre. Lascia spazio alle idee.
L’Italia cambiava. Risorgeva. Gli Americani entravano nelle città liberate dai partigiani. La vita tornava lentamente in ogni spigolo di colore. La gente affollava piazze e strade. Si riascoltavano i rumori dei vicoli. Tornavano motivi musicali dimenticati. Si tornava persino a stendere i panni a far pulizie. La guerra è sofferenza. Le più immediate reazioni allo stato di prigionia sono il ritorno al normale. La semplicità. Sedersi ad una tavola, magari vuota ma sgranchirsi le gambe tra la sedia e stirarsi la muscolatura. Sistemarsi i capelli, farsi la barba, sfoltire la peluria del naso.
Crebbero gli uomini d’Italia. Crebbe la sua gente. Crebbe persino Agostino. Il silenzioso. Crebbe quando era deciso a non crescere. Crebbe , passati i 65 , aspirando il fumo di un sigaretta americana. Conobbe tutto e il contrario di tutto. La verità e il suo esatto opposto. Le posizioni diverse e spesso i legami che tengono fermi punti di vista contrari. Agostino era vecchio e da vecchio volle conservarsi. Agostino era un vecchio pescatore e da vecchio pescatore volle vivere. Agostino il vecchio pescatore. Agostino l’uomo libero.
Gli amici del porto per i suoi 66 fecero una colletta. Il giusto per una stecca di sigarette americane ed una radio nuova. Sorrise il vecchio pescatore. Nato contadino e divenuto uomo di mare. Silenzioso. Restio alle conoscenze ma libero, permeabile, come la natura dell’uomo libero. Agostino era il primo vecchio pescatore a possedere una radio. Il suo contatto col mondo civile. Agostino in poco tempo divenne un dipinto siculo di fine 900. Sigaretta in bocca. Seduto sulla soglia della porta e con alle spalle una musica leggera. Il suo ponte col resto del mondo.
Grazie a Giovanni Chiaravalle
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