I pesci sono velocissimi. Gli uccelli, altrettanto. Gli uomini sono meno veloci. Perché?
La differenza sta nell’elemento in cui ci si vuole muovere: la terra.
La terra è più consistente dell’acqua e dell’aria, offre una resistenza maggiore alla sollecitazione degli arti in movimento. La prova ce la forniscono gli anfibi (tartarughe, coccodrilli, serpenti, ecc.). Quando questi animali si trovano in acqua, sono un miracolo di eleganza e di scioltezza. Ma quando, per un motivo o per un altro, si muovono sulla terra, assumono sembianze e movenze impacciatissime.
Il “segreto” della velocità dei pesci si chiama “densità”. La densità di una sostanza è la sua massa per unità di volume. In natura, abbiamo questa situazione:
Densità dell’acqua (a 10°, 0,999, sistema CGS, rapportato in cm3);
Densità dell’aria (a 10°, 1,247, sistema CGS, rapportato in cm3);
Densità di un terreno di medio impatto (1.500-1.600 Kg/m3).
Nel Sistema Internazionale la densità si misura in kg/m3.
Nel sistema CGS la densità si misura in g/cm3.
Rapportando centimetri a metri, si ottiene: densità acqua, 0,009; densità aria, 0,012.
La necessità dell’appoggio determina la lentezza del movimento e la fatica che ne deriva. Quando il piede tocca terra per ricevere la spinta in avanti che causa il movimento, incontra un elemento duro contro cui deve esercitare una certa pressione e da cui incontra una certa resistenza. Tutto lo sforzo che si compie per colpire questo elemento e per assorbire la sua reazione, stanca. La prova ne è il sudore. I pesci non si stancano (dire che non sudano, sembrerebbe una battuta).
Manca quindi ai pesci e agli uccelli la resistenza della materia che avvolge il loro movimento. Manca loro quella materia solida che si contrappone alla sollecitazione del movimento. L’acqua e l’aria non sono solidi, per l’appunto. Le pinne e le ali, dunque, hanno facile gioco….
E’ vero che i pesci, così come gli uccelli, hanno dovuto modificare le loro strutture nel corso dell’evoluzione, adattando i loro corpi al particolare ambiente in cui vivevano. Ma è soprattutto vero che hanno dovuto e specializzarsi in un contesto non difficilissimo per quanto attiene alla velocità del movimento. Un’ulteriore prova di quanto si afferma, la riscontriamo nella qualità della loro carne, detta bianca e non rossa, perché meno “forte” rispetto a quella che si è dovuta adattare (e quindi fortificare) in un ambiente più ostile.
Se Leonardo da Vinci avesse avuto modo di immergersi per lungo tempo nelle acque del mare come un sub, avrebbe studiato il nuoto dei pesci come fece per il volo degli uccelli. Anche se bisogna riflettere sul fatto che perfino un genio come lui non riuscì a capire del tutto il mistero del volo e che quindi, molto probabilmente, non sarebbe riuscito neanche a comprendere pianamente quello del nuoto.
Infine, è possibile sbilanciarsi perfino in una definizione “parascientifica”:
“La velocità del movimento è determinata dall’elemento entro il quale ci si muove e dal grado di resistenza che esso oppone alla sollecitazione dell’arto interessato.”