Dasyatis pastinaca, conosciuta comunemente come pastinaca comune, è una razza appartenente alla famiglia Dasyatidae. Questa specie è diffusa nell’Oceano Atlantico settentrionale e nel Mediterraneo, dalla Norvegia al Mar Baltico fino alle Canarie e al Mar Nero. L’habitat ideale è rappresentato dai fondali sabbiosi e limosi, dove questo animale si nasconde e si nutre. Questa pastinaca può raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e un metro e mezzo di larghezza. Il muso è piuttosto pronunciato e i piccoli occhi sono seguiti da due evidenti spiracoli. Possiede dalle 28 alle 38 file di minuscoli denti nella mascella superiore e 28-40 file nella mascella inferiore.
La coda è dotata di un aculeo seghettato e velenifero in grado di infliggere ferite anche gravi. La colorazione del dorso varia dal grigio-marrone al verde-olivastro, mentre il ventre è di colore chiaro. Come le altre pastinache, la Dasyatis pastinaca è una specie ovovivipara. Le femmine danno alla luce dai 4 ai 9 piccoli due volte all’anno dopo una gestazione di quattro mesi. Si nutre principalmente di crostacei e piccoli pesci bentonici. La specie rimane spesso vittima del bycatch(cioè della cattura accidentale dovuta alla pesca a strascico), ma nonostante ciò la specie non desta particolare preoccupazione e nel Red Data Book dell’IUCN è classificata tra le specie LC (preoccupazione bassa). L’aculeo seghettato generalmente colpisce la gamba provocando una ferita lacero-contusa e può spezzarsi nelle carni della vittima. I sintomi consistono in gonfiore e dolore localizzati che aumentano di intensità e possono durare 12-48 ore. Possono essere avvertiti estrema debolezza, senso d’angoscia e nausea, possono verificarsi vomito, diarrea e collasso per vasodilatazione. La regione attorno al punto colpito si scolora e può andare in necrosi. Pare che il principio tossico sia una cardiotossina, probabilmente di natura proteica poiché è termolabile, quindi oltre alla normale disinfezione ed eventuale sutura della ferita si suggerisce di immergere la zona colpita in acqua calda o di applicare impacchi caldi. Secondo alcuni, un individuo di questa specie potrebbe essere il responsabile della morte dell’atleta di 15 anni avvenuta a Cala Volpe nel 2006; sicuramente un altro individuo della specie è responsabile della morte di Steve Irwin, sempre nel 2006, un esperto documentarista meglio conosciuto come “Mr Crocodile Hunter”.
a cura di Martina Di Vincenzo
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