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Microplastiche nel fiume Sarno: Dettagli su inquinamento e minacce alla biodiversità marina
Il fiume Sarno, che scorre attraverso la Campania, è tristemente noto per essere uno dei fiumi più inquinati d’Europa. Tra i vari inquinanti presenti, le microplastiche rappresentano una delle minacce più insidiose. Uno studio recente ha analizzato in dettaglio la presenza di microplastiche lungo il corso del Sarno, dal suo tratto iniziale fino al mare, rivelando dati allarmanti non solo sulla concentrazione delle particelle, ma anche sulle comunità microbiche che si formano su di esse. Questo fenomeno, noto come “plastisfera,” gioca un ruolo chiave nel modo in cui le microplastiche influenzano gli ecosistemi marini.
Concentrazione delle microplastiche nel Sarno
Lo studio ha esaminato tre aree lungo il fiume Sarno:
1.La sorgente, dove le microplastiche iniziano a entrare nel fiume attraverso fonti locali, come rifiuti e attività agricole e industriali.
2.L’estuario, punto critico in cui il fiume sfocia nel mare, con una concentrazione di microplastiche di circa 2048 particelle per metro cubo. Questo dato riflette un livello di contaminazione estremamente elevato rispetto agli standard internazionali, e fa del Sarno un vettore primario di inquinamento plastico per la costa campana.
3.Un punto di campionamento nel mare vicino all’estuario, che permette di osservare come le microplastiche si distribuiscano nelle acque marine.
Caratterizzazione delle microplastiche e della plastisfera
Per comprendere meglio la natura di queste particelle e il loro impatto, i ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate come la Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), la Spettroscopia a Infrarossi a Trasformata di Fourier (FTIR) e il Sequenziamento ad Alta Capacità (HTS). Questi strumenti hanno permesso di identificare la tipologia di plastica e i microbi che si attaccano alla superficie delle particelle.
Il risultato è una vera e propria “plastisfera,” una comunità microbica differente rispetto a quella presente nell’acqua circostante. Le microplastiche offrono infatti un supporto fisico su cui i microorganismi possono aderire, formando biofilm che li proteggono e permettono di prosperare. La presenza di queste comunità sui frammenti di plastica è preoccupante perché può contribuire alla diffusione di specie microbiche patogene, incluse quelle potenzialmente dannose per l’uomo e gli animali marini.
Dinamiche della Plastisfera nel percorso verso il mare
L’analisi delle microplastiche ha evidenziato che la comunità microbica varia in base alla distanza percorsa dal fiume. In prossimità della sorgente, la plastisfera è dominata da microbi comuni nelle acque dolci, mentre, avvicinandosi al mare, si osserva una maggiore diversità microbica, con un progressivo adattamento alla salinità e alle condizioni marine. Tra le specie predominanti c’è la famiglia Comamonadaceae, nota per la sua capacità di colonizzare nuove superfici e habitat. Questo adattamento consente alla plastisfera di sopravvivere e diffondersi nelle acque marine, dove potrebbe interagire negativamente con le specie autoctone.
Implicazioni ecologiche e sanitarie
Le microplastiche non sono pericolose solo per la loro natura fisica, ma anche per il loro potenziale di trasportare contaminanti chimici e patogeni. Alcuni studi suggeriscono che le microplastiche possono accumulare sostanze tossiche, che poi vengono rilasciate negli organismi marini che le ingeriscono. Questo non solo mette a rischio la salute degli animali marini, ma rappresenta anche una minaccia per la salute umana attraverso la catena alimentare.
Inoltre, la presenza di microbi nella plastisfera potrebbe facilitare la diffusione di malattie tra le specie marine. Le colonie batteriche che si formano sulle microplastiche possono fungere da veicolo per agenti patogeni, creando nuovi percorsi di trasmissione e minacciando la biodiversità locale.
Intervista al dott. Vincenzo Donnarumma
“Insieme con la dott.ssa Trano abbiamo effettuato questo importante opera di monitoraggio del fiume Sarno utilizzando tecniche innovative.
Il problema della plastica è un problema globale ma anche locale, lo vediamo dalla rilevanza di questo inquinamento soprattutto dai fiumi, e il Sarno, come altri fiumi importanti italiani, non è da meno, soprattutto per la sua vicinanza ai centri urbani.
Per tenere d’occhio questo inquinamento sono fondamentali i monitoraggi. Questa ricerca si inserisce all’interno di un osservatorio locale con respiro internazionale – Nerea, Naples Ecological Research Augmented Observatory – capitanato dalla stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli sotto il coordinamento della Dott.ssa Casotti, dove il Sarno è uno degli hotspot di questo osservatorio.
Questa ricerca viene fuori in un momento drammatico, come quello degli eventi di Valencia, che ci deve ricordare il collegamento stretto tra il climate change e lo stesso inquinamento citato, perché questi eventi estremi e critici aiutano la propagazione di microplastiche e dei microbi che le colonizzano, come citato nella ricerca.”
Conclusioni e azioni necessarie
Questo studio rappresenta un importante campanello d’allarme sulla necessità di controllare e ridurre l’inquinamento da microplastiche nel fiume Sarno. La gestione di questa problematica non può limitarsi a interventi locali, ma richiede una strategia più ampia che coinvolga anche la regolamentazione delle attività industriali e agricole lungo il fiume. L’implementazione di sistemi di trattamento delle acque e l’adozione di misure di contenimento delle microplastiche a monte potrebbero ridurre significativamente il livello di contaminazione.
In sintesi, il fiume Sarno non è solo un problema locale, ma una fonte di inquinamento che ha ripercussioni su larga scala per l’ecosistema marino e per la salute umana. Misure preventive e una gestione efficace sono fondamentali per preservare la qualità delle acque marine e proteggere la biodiversità costiera.
Questo approfondimento mira a sensibilizzare i lettori sull’importanza di gestire l’inquinamento da microplastiche, evidenziando il ruolo del fiume Sarno e la sua influenza negativa sugli ecosistemi marini. Se ti serve aggiungere altre sezioni o ulteriori dati specifici, fammi sapere!