Nei pressi della località Capo D’Orso, nel Comune di Maiori, in provincia di Salerno, patrimonio mondiale dell’Unesco, in una zona impervia della costa Amalfitana, molto scoscesa, su una scogliera a strapiombo sul mare, è posizionata la Torre Lama di Cane.
La tipologia della Torre è atipica rispetto alle altre Torri vicereali, in quanto presenta cinque troniere sul fronte mare e su quello verso monte, mentre quattro troniere sugli altri due lati. Il fronte verso monte mostra vistosi crolli parziali delle mura, che nel tempo hanno determinato uno stato precario degli sbalzi, i quali minacciano di crollare definitivamente. L’intonaco esterno, ancora presente in più parti delle facciate, è quasi del tutto scomparso sulla facciata rivolta verso il mare.
La Torre, rastremata verso l’alto, evidenzia il sistema costrutto delle mura a fasce sovrapposte. Sul fronte mare la Torre poggia su una solida base sporgente rispetto alle mura a scarpata.
Le continue scorribande dei pirati saraceni lungo le coste meridionali, spinsero il regno borbonico delle Due Sicilie a costruire una catena di fortificazione lungo tutta la costa.
La Torre fu costruita a seguito dell’ordine del Viceré di Napoli, Don Pedro de Toledo, del 1532, con il nome di “de Cano” insieme alle altre Torri dell’Università di Maiori. Costruita a spese della comunità locale, la Torre svolse le funzioni di avvistamento e di difesa, dotando la sporgenza di un solido baluardo anti barbaresco.
Per la posizione inaccessibile la Torre fu presto abbandonata; in una documentazione fotografica del 1961 si possono ancora vedere integre buona parte delle mura e le troniere che cingevano la piazza. Nel 1969, la Soprintendenza ai Monumenti della Campania, approvò un progetto di restauro ma le difficoltà di accesso alla Torre hanno sempre fatto rinviare l’intervento. Nel 1974, viene documentato fotograficamente, il crollo definitivo delle torbiere.