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Si dice di Paurtenope:
“Quando in ammirazione della nostra amata città il suono di un bacio indistinto ci fa trasalire e un brivido percorre la nostra schiena come le onde del mare sulla rena, è lei che ci fa contorcere di passione, il suo ventre, i sui capelli, le sue mani, rendono Napoli di mille colori è nello spirito di questa città che essa esprime la sua presenza, la sua bellezza immortale.”
Una leggenda narra che Partenope nacque dall’unione del dio del mare e la dea della terra.
la leggendaria creatura viveva fra le rocce in mezzo al mare, un giorno la nave di Ulisse si imbatte nella zona delle sirene, e Partenope tenta di sedurre l’eroe della conoscenza per eccellenza, egli pero’ non si lascia ingannare dal suo canto e dalle sue sinuose forme e la respinge con astuzia.
Allora la sirena si strugge dal dolore fino a commettere l’atto inconsulto del suicidio, gettandosi fra le onde del mare. Il suo giovane corpo rimane imbrigliato sull’isolotto di Megaride e dalle sue sinuose forme prende forma la morfologia del paesaggio napoletano, Partenope per l’appunto, appoggia il capo ad oriente, sull’altura di capodimonte, ed il piede, per cosi dire, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo.
Nel cuore di questa leggenda vi è la natura culturale del popolo Napoletano, che è dal mare che trae sostentamento, questi racconti che appaiono banali in realtà nascondono una profonda simbologia che rimanda ad una concezione filosofica della vita Partenopea.
Per questo motivo il valore del racconto non deve andar perso, per non abbandonare le radici di un popolo e prendersene cura, e per questo che Noi amici di fondalicampania continueremo a raccontare il “canto” del Nostro amato mare…
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