A cura di Anna Cozzolino e Alessia Agretto –
Henderson Island, nell’arcipelago di Pitcairn nel Pacifico, è l’isola più inquinata del mondo.
Le sue spiagge hanno il più alto livello conosciuto di inquinamento da plastica, in pratica una vera e propria isola di plastica.
Solo 30 anni fa era un vero paradiso, designato nel 1988 sito Unesco del patrimonio mondiale perché è indisturbata da attività umane e ospita specie uniche di uccelli e di piante.
Indisturbata forse un tempo, perché il consumismo e l’incuria l’hanno letteralmente distrutta e sommersa da rifiuti, divenuta discarica a cielo aperto.
Scienziati dell’australiana University of Tasmania hanno censito i rifiuti di plastica sulle sue spiagge e hanno trovato che in media, esse contengono 239 pezzi per metro quadrato, nonostante l’isola disti più di 4.500 km dal più vicino insediamento umano rilevante. Un totale stimato di 37,7 milioni di pezzi, per un peso totale di 17,6 tonnellate.
La maggior parte sono oggetti di uso quotidiano come accendini, rasoi di plastica, spazzolini da denti, cucchiaini di plastica e succhiotti per bebè. L’alto livello di contaminazione è dovuto in parte alla corrente che circola in senso antiorario e trasporta rifiuti dal Sud America.
Sulle spiagge sono state trovate bottiglie dalla Germania, contenitori provenienti dal Canada o dalla Nuova Zelanda. Ma anche da Russia, Stati Uniti, Europa, Sud America, Giappone e Cina. Questo suggerisce che abbiamo tutti una responsabilità per ciò che sta accadendo.
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