I mari e gli oceani del mondo sono sempre più minacciati da un tipo di inquinamento invisibile ai più, ma devastante per l’ambiente: i nurdles, piccoli pellet di plastica che rappresentano la principale forma di microplastiche primarie rilasciate nell’ambiente. Nonostante siano essenziali per la produzione di innumerevoli oggetti di uso quotidiano, la loro gestione impropria è diventata una fonte significativa di inquinamento globale. Ma cosa sono esattamente i nurdles e perché rappresentano un problema così grave?
Cosa sono i Nurdles?
I nurdles sono piccole palline di plastica, solitamente di dimensioni inferiori ai 5 mm, che vengono prodotte in massa come materia prima per la fabbricazione di quasi tutti i prodotti in plastica. Questi pellet vengono spediti in tutto il mondo, dove vengono fusi e modellati per creare oggetti come bottiglie, sacchetti, giocattoli, dispositivi elettronici e componenti industriali. I nurdles possono essere derivati da fonti fossili o da materiali riciclati e bioplastici, ma in tutti i casi, la loro manipolazione e il loro trasporto comportano rischi significativi per l’ambiente.
Il Problema dell’Inquinamento da Nurdles
Ogni anno, oltre 445.000 tonnellate di nurdles vengono accidentalmente disperse nell’ambiente durante il trasporto, la movimentazione e la lavorazione industriale. Queste perdite si verificano in tutta la catena di approvvigionamento della plastica, dalle fabbriche ai porti, fino ai siti di produzione di beni finiti. Una volta che questi pellet entrano nell’ecosistema, diventano quasi impossibili da rimuovere, trasformandosi in una delle principali cause di microplastiche negli oceani.
Secondo i dati raccolti dall’iniziativa “Great Nurdle Hunt”, dal 2013 ad oggi, oltre 23.000 cacce ai nurdles sono state organizzate in tutto il mondo, coinvolgendo circa 8.000 volontari. Nel 2024, il 90% di queste cacce ha trovato nurdles su spiagge, coste e persino in riserve naturali. Questo mostra che il fenomeno è diffuso a livello globale, colpendo ecosistemi delicati come le barriere coralline, le aree di pesca e le destinazioni turistiche.
Impatti sull’Ambiente e sulla Fauna
L’inquinamento da nurdles ha conseguenze devastanti sull’ambiente marino. A causa delle loro piccole dimensioni e del loro aspetto simile a uova di pesce o piccole creature marine, molte specie animali li scambiano per cibo. Gli uccelli marini, le tartarughe, i pesci e altre specie ingeriscono questi pellet, che non solo bloccano il loro sistema digestivo, ma rilasciano anche sostanze chimiche tossiche, come additivi plastici e composti organici persistenti. Questi contaminanti possono accumularsi nei tessuti degli animali, influenzando negativamente la loro salute e, in ultima analisi, entrando nella catena alimentare umana.
Una volta dispersi nell’ambiente, i nurdles possono anche adsorbire agenti inquinanti presenti nelle acque, come idrocarburi e pesticidi, trasformandosi in una sorta di “bomba chimica”. Quando le mareggiate o le correnti trasportano questi pellet verso le coste, si accumulano sulle spiagge, rendendo le operazioni di pulizia estremamente difficili e costose.
Le Soluzioni: Cosa si Sta Facendo?
Sebbene il problema dei nurdles sia ben noto da diversi anni, la loro gestione rimane un compito difficile a causa della natura diffusa del fenomeno e della mancanza di normative rigide. Tuttavia, ci sono diverse iniziative in corso per affrontare il problema.
•Trattati Internazionali: Nel 2024, si prevede che i negoziati per il Global Plastics Treaty delle Nazioni Unite raggiungano una conclusione. Questo trattato potrebbe includere disposizioni specifiche per ridurre le perdite di nurdles lungo la filiera della plastica e obbligare i paesi a implementare misure per prevenirne la dispersione.
•Regolamenti Europei: L’Unione Europea sta considerando una nuova regolamentazione che imponga alle aziende di tutta la catena di approvvigionamento della plastica di prevenire la dispersione di nurdles. Tuttavia, ci sono ancora molte lacune nelle proposte attuali, e gli ambientalisti chiedono che il regolamento venga rafforzato per essere veramente efficace.
•Standard e Certificazioni: Un approccio efficace potrebbe consistere nel rendere obbligatorio per le aziende l’adozione di standard certificati per la gestione dei nurdles, comprese ispezioni indipendenti, l’uso di sistemi di contenimento durante il trasporto e la manipolazione, e la creazione di registri pubblici per garantire la trasparenza delle pratiche.
•Classificazione come Materiale Pericoloso: Una delle proposte più innovative riguarda la classificazione dei nurdles come materiale pericoloso. Questo significherebbe che le aziende sarebbero legalmente obbligate a stoccare e trasportare i pellet di plastica con le stesse precauzioni riservate a sostanze chimiche pericolose, riducendo significativamente il rischio di perdite accidentali.
Cosa Possiamo Fare Noi?
Anche a livello individuale, possiamo contribuire alla lotta contro l’inquinamento da nurdles. Partecipare a iniziative di volontariato come il Great Nurdle Hunt, sensibilizzare le comunità locali e fare pressione sui governi affinché adottino misure più severe sono tutti modi per fare la differenza. Inoltre, scegliere prodotti realizzati con materiali alternativi e sostenibili può aiutare a ridurre la dipendenza globale dalla plastica e, di conseguenza, dai nurdles.
Indice articolo
Cosa sta facendo Fondalicampania Aps
Il progetto Mare Lab insieme con Sentinelle del Mare, prevede il monitoraggio delle microplastiche sia a mare che lungo le spiagge del Golfo di Napoli. i volontari sono impegnati mensilmente in attività di ricerca e monitoraggio con la media di quattro campionamenti mensili. lo scopo è capire qual’è l’impatto delle microplastiche sul territorio e come questi si muovono nell’ambiente di modo tale da risalire alle principali fonti d’inquinamento.
I dati vengono condivisi sui social e su questo blog costantemente.
Per ulteriori informazioni consulta il link : Report microplastiche nel Golfo di Napoli.
Conclusione
Il problema dei nurdles è complesso e diffuso, ma non impossibile da risolvere. Con una combinazione di regolamenti internazionali, legislazioni nazionali e azioni individuali, possiamo ridurre drasticamente la dispersione di questi pericolosi pellet di plastica. Se agiamo ora, possiamo evitare che interi ecosistemi vengano ulteriormente compromessi da un inquinamento che è completamente prevenibile.