Home Scienze L’inquinamento acustico subacqueo, una minaccia silenziosa!

L’inquinamento acustico subacqueo, una minaccia silenziosa!

Una minaccia silenziosa per gli ecosistemi marini

da Davide De Stefano
0 commento

L’inquinamento acustico subacqueo rappresenta una forma di inquinamento spesso trascurata, ma che ha gravi conseguenze per gli ecosistemi marini.

Mentre solitamente associamo l’inquinamento all’inquinamento atmosferico o all’inquinamento delle acque, il rumore prodotto dalle attività umane svolge un ruolo significativo nel disturbare la vita marina.

In questo articolo esploreremo le cause, gli effetti e le possibili soluzioni per affrontare l’inquinamento acustico subacqueo.

Cause dell’inquinamento acustico subacqueo

Le principali fonti di rumore subacqueo sono legate alle attività umane, come il traffico marittimo, l’esplorazione e l’estrazione di risorse naturali, la costruzione di infrastrutture offshore, la navigazione militare e le attività turistiche. Queste attività producono suoni di diverse frequenze e intensità che si propagano rapidamente nell’ambiente acquatico.

Effetti sull’ecosistema marino:

L’inquinamento acustico subacqueo ha effetti negativi su diverse specie marine. Gli animali che comunicano attraverso segnali acustici, come le balene, i delfini e le focene, possono essere particolarmente colpiti.

Il rumore antropogenico può interferire con le loro chiamate di accoppiamento, la ricerca di cibo e la comunicazione sociale.

Questo può portare a disturbi comportamentali, stress cronico e persino alla separazione dei gruppi sociali.

Inoltre, i suoni intensi possono causare lesioni fisiche dirette, come danni all’udito o il collasso dei polmoni nei mammiferi marini.

Soluzioni per affrontare l’inquinamento acustico subacqueo:

Per mitigare l’inquinamento acustico subacqueo, è necessaria una combinazione di azioni a livello globale, nazionale e locale. Alcune delle possibili soluzioni includono:

  •  Limitare le attività rumorose: imponendo restrizioni sull’uso di apparecchiature ad alta intensità acustica durante le operazioni marittime, l’estrazione di risorse e la costruzione di infrastrutture offshore.
  •  Sviluppo di tecnologie meno rumorose: incoraggiare la ricerca e lo sviluppo di tecnologie che riducano il rumore prodotto dalle attività umane in ambiente marino.
  •  Zone di protezione acustica: creare aree marine protette dove le attività umane rumorose siano limitate o vietate per consentire alle specie marine di riprodursi e comunicare senza interferenze.
  •  Monitoraggio e ricerca: migliorare il monitoraggio del rumore sottomarino per comprendere meglio gli effetti sull’ecosistema marino e identificare le aree più colpite.

La nuova direttiva UE 2020/367 per contrastare il fenomeno :

La nuova direttiva stabilisce che gli Stati membri dovranno conformarsi alle nuove norme UE entro il 31 dicembre 2021.

Ai fini della determinazione degli effetti nocivi dell’inquinamento acustico sono presi in considerazione:

  • la cardiopatia ischemica (ischaemic heart disease, IHD), corrispondente ai codici da BA40 a BA6Z della classificazione internazionale ICD-11 dell’Organizzazione mondiale della sanità;
  • il fastidio forte (high annoyance, HA);
  • i disturbi gravi del sonno (high sleep disturbance, HSD).

Gli effetti nocivi sono calcolati mediante le formule del rischio relativo o del rischio assoluto.

L’esposizione della popolazione è valutata in modo indipendente per ogni sorgente di rumore e per ogni effetto nocivo.

A fine novembre 2022, la Commissione Europea ha adottato un provvedimento importante per la protezione della fauna marina dal rumore subacqueo, introducendo per la prima volta a livello globale limiti all’inquinamento acustico basati su evidenze scientifiche, che riguardano i livelli massimi accettabili per il rumore “impulsivo” (come quello derivante dall’esplorazione e dall’estrazione di petrolio e gas) e “continuo” (in particolare emesso dalle unità navali).

In base ai nuovi parametri, non più del 20% di una data area marina può essere esposta a rumore sottomarino continuo per un anno, non oltre il 20% di un habitat marino può essere esposto a rumore impulsivo in un dato giorno e non più del 10% in un anno.

Conclusioni

L’inquinamento acustico subacqueo rappresenta una minaccia significativa per gli ecosistemi marini e le specie che dipendono dai segnali acustici per la loro sopravvivenza.

Leggi: Direttiva Europea sulla inquinamento acustico 

 

Leggi anche

Lascia un Commento

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Continuando la navigazione intenderemo che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetta