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L’iceberg A23a minaccia pinguini e foche dell’Antartide

da Elisabetta Rota
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iceberg A23a

L’iceberg A23a, attualmente il più grande al mondo con una superficie di circa 3.500 km², sta attirando l’attenzione della comunità scientifica per la sua rotta verso l’isola della Georgia del Sud, nell’Oceano Atlantico meridionale. La preoccupazione principale riguarda le conseguenze che potrebbe avere sulla fauna locale, in particolare pinguini e foche, che dipendono dalle acque circostanti per la loro sopravvivenza.

Le origini dell’iceberg A23a

A23a non è un iceberg di recente formazione. Si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Filchner-Ronne, in Antartide, negli anni ‘80, ma è rimasto bloccato sul fondale marino per decenni prima di riprendere il suo movimento nel 2020. La sua attuale deriva è il risultato di cambiamenti nelle correnti oceaniche e nelle condizioni climatiche globali.

Sebbene A23a si sia formato molti anni fa, il suo rilascio in mare aperto e la sua attuale deriva potrebbero essere accelerati dai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature globali sta riducendo il ghiaccio marino e alterando le dinamiche delle correnti oceaniche, rendendo più probabile lo spostamento di enormi blocchi di ghiaccio come questo. Inoltre, una volta in acqua, il suo scioglimento potrebbe contribuire all’innalzamento del livello del mare.

L’imprevedibile esito della collisione

Nonostante le previsioni attuali, l’esito dello scontro tra A23a e l’isola della Georgia del Sud non è ancora certo. Il colosso di ghiaccio potrebbe arenarsi prima di raggiungere la costa o frammentarsi in pezzi più piccoli, riducendo l’impatto sull’ecosistema locale. Tuttavia, se dovesse avvicinarsi troppo, potrebbe ostruire le rotte di alimentazione dei pinguini e delle foche, impedendo loro di accedere al mare aperto e alle loro fonti di cibo. Questo scenario potrebbe portare a una riduzione della popolazione locale, come già accaduto in episodi precedenti.

Eventi simili nella storia

L’eventualità di un iceberg che minaccia la fauna non è nuova. In passato sono già avvenuti dei casi straordinari:

  • Iceberg A68 (2017-2021) – con una superficie di 5.800 km², si staccò dalla piattaforma Larsen C e minacciò la Georgia del Sud nel 2020, ma si frammentò prima di raggiungere l’isola.
  • Iceberg B15 (2000-2005) – con un’estensione record di 11.000 km², ostacolò le rotte di alimentazione dei pinguini di Adelia in Antartide, causando gravi perdite nella popolazione.
  • Iceberg B09B (2010) – si arenò nella baia di Commonwealth, bloccando l’accesso al mare per circa 120.000 pinguini di Adelia, costringendoli a lunghi viaggi per il cibo.

L’iceberg A23a rappresenta una potenziale minaccia per l’ecosistema della Georgia del Sud, ma la sua traiettoria finale è ancora incerta. Se la collisione dovesse avvenire, gli effetti potrebbero essere devastanti per la fauna locale. Tuttavia, la natura imprevedibile di questi giganti di ghiaccio lascia aperta la possibilità che il pericolo si dissolva prima di causare danni irreparabili. Gli scienziati continueranno a monitorare da vicino l’evolversi della situazione, consapevoli che eventi simili potrebbero diventare sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale.

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