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Le favole di Fondalicampania: Pesce grande mangia pesce piccolo

da Davide De Stefano
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Nel bel mezzo del porto di Ischia, ad una profondità di circa 3 metri, s’incontrarono un pesce grande e un pesce piccolo: una spigola e un cefalo. La spigola aveva mangiato da poco e stava nuotando così, per passare un po’ di tempo e anche per digerire quella saporita orata che aveva gustato da poco. Il cefalo, invece, era molto affamato, tanto che avrebbe mangiato anche un suo simile, contravvenendo a quella legge naturale che vieta ai pesci il fenomeno del cannibalismo. Che cosa poteva fare? La fame era tanta!
“Uè, cernia, mo vuò fa nu piacere?”, chiese il cefalo.
“Ch’aggia fa?”, rispose la cernia.
“Accir’ nu pesce piccirill’ e dammell’, ca tengo famm’.”
“Vabbè…”, concluse la cernia.
La cernia si nascose ben ben dietro ad uno scoglio, per tendere l’agguato. Però, vuoi per l’attesa, vuoi per lo stomaco pieno, si addormentò. Passarono così molti minuti, troppi, e il povero cefalo morì di fame.
Morale. Se hai un problema, non aspettare che altri te lo risolvano. Anche perché, proverbio per proverbio, “ ‘O sazio nun crer’ ‘o riuno.”
  di Peppe Volpe
Da “Favole di fondalicampania.com”

 

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