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Le due sirene della Campania

da Davide De Stefano
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– a cura di Giuseppe Volpe –
 
Leucosia, Ligeia e Partenope, dette in rigoroso ordine alfabetico, erano tre sirene bellissime, figlie della Musa della tragedia Melpomene e del fiume Archeoo, il corso d’acqua più famoso della Grecia classica.
Già dai loro nomi si capivano perfettamente le loro virtù: Ligeia, “dalla voce melodiosa”; Leucosia, “quella dalle candide membra” e Partenope, “verginale”.

Su di esse, però, pendeva una terribile maledizione: l’uomo che le avesse rifiutate, o che fosse riuscito a resisterle, mettiamola così, sarebbe stato la causa della loro morte. 

Il resto è… noto, ce lo ha raccontato Omero nell’Odissea…, quando Ulisse “venne informato” dalla maga Circe del pericolo che correva. Tutti ricordano l’episodio e la “tecnica” di Ulisse per sfuggire al loro canto ammaliatore.

E così, quando le tre bellissime sirene cantarono inutilmente, esse furono prede del Fato, contro cui perfino gli Dei nulla potevano, e si lasciarono morire.

Di LIgeia, noi campani, lo diciamo in modo molto rispettoso, potremmo anche non infischiarcene, perché ella si lasciò morire abbandonandosi in acque calabresi, nei pressi di Bruzio (Cosenza). 

Però, di Leucosia e di Partenope dobbiamo interessarcene, poiché la prima si fermò a Capo Licosa (Salerno, nella località di S. Maria di Castellabate), mentre la seconda diede il nome alla più grande e famosa città (dobbiamo ricordarlo? Napoli…) non solo del mare della Campania, ma senza voler essere esagerati, di tutto il vasto mar Mediterraneo.

Ricordatevelo, oh bagnanti estivi che popolate queste spiagge: vi trovate nella Storia!

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