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L’ACQUARIO SECONDO LORENZ. di Prof. Peppe Volpe

da Davide De Stefano
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  Avete letto “L’anello di re Salomone” di Konrad Lorenz? Noooo?!
Non sapete cosa avete perso! Avevate la possibilità di scoprire tutto un mondo di situazioni riferite agli animali e di operare tutta una serie di riflessioni utili alla vostra vita. Ma cosa dice in concreto Lorenz che possa interessare “gli ammiratori dei fondali marini”? Nel secondo capitolo del libro, egli suggerisce come formarsi un acquario…(clicca mi piace e continua a leggere)

 Piccola premessa. Lorenz, più che al mare, vive in collina; ma il procedimento indicato vale per ogni tipo di acquario. Quello che segue è un estratto del paragrafo “Una cosa che non fa drammi: l’acquario”.

“… coprite il fondo di un recipiente di vetro con un pugno di sabbia pulita e piantatevi alcune comuni pianticelle acquatiche, versateci sopra delicatamente alcuni litri d’acqua di rubinetto e ponete il tutto su di un davanzale soleggiato.”

“… Se avete scelto bene il luogo e avete trovato uno stagno dove
c’è roba che fa per voi, presto il fondo della rete sarà tutto un brulichìo
di piccole creature trasparenti… giunti a casa, vuotate delicatamente il vostro bottino nell’acquario e contemplate il piccolo mondo che si dispiega ai vostri occhi. L’acquario è infatti un universo dove come in qualsiasi luogo del nostro pianeta, creature animali e vegetali vivono insieme creando un equilibrio biologico. Le piante consumano l’acido carbonico espirato dagli animali e a loro volta esalano ossigeno… inoltre le piante
sono in grado di assimilare i prodotti della decomposizione di altre crea-
ture viventi, reinserendoli nel grande ciclo vitale della materia.”

“… il pregio dell’acquario consiste proprio nell’autosufficienza biologica di quel piccolo universo, cui dall’esterno non occorre alcun aiuto, a parte il nutrimento degli animali e la pulizia della vetrina anteriore del recipiente: se infatti vi domina il giusto equilibrio, l’acquario non ha bisogno di essere pulito!”

“… Dal punto di vista biologico, e anche da quello estetico, è meglio inaugurare l’acquario in primavera,popolandolo solo di pochi ramoscelli in germoglio: solo le piante che vi sono cresciute riescono ad adattarsi alle particolari condizioni di quell’ambiente e a prosperarvi, mentre tutte le piante che sono state inserite nell’acquario già adulte vi perdono gran parte
della loro bellezza… ed è proprio questa la straordinaria attrattiva di un nuovo acquario, il fatto che, inaugurandolo, non si ha alcuna idea di come esso si svilupperà, dell’aspetto che assumerà una volta raggiunto il suo equilibrio particolare.”

“… E’ questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie a un proprio equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè di un ambiente tenuto artificialmente pulito, igienicamente ineccepibile, che non è fine a se stesso, ma
solo un mezzo per contenervi determinati animali.”
Lorenz chiude il paragrafo con queste precise parole:
“Davanti all’acquario si può star delle ore assorti in fantasticherie, come quando si contemplano le fiamme del caminetto o le rapide acque di un torrente. E si imparano molte cose durante questa contemplazione. Se gettassi su di un piatto della bilancia tutto ciò che ho imparato a compren dere in quelle ore di meditazione di fronte all’acquario, e sull’altro tutto ciò che ho ricavato dai libri, come rimarrebbe leggero il secondo!”
Come ha ragione Lorenz! Se ci pensate, quante cose potremmo capire, se osservassimo, attentamente e lungamente, il nostro acquario invece di guardare, distrattamente e pigramente, le banali e artificiali immagini che scorrono sul nostro televisore, fatte solo di pubblicità e di fiction.
Ma davvero non avete letto “L’anello di re Salomone?”

 Articolo di Prof. Peppe Volpe
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