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La Tomba del Tuffatore di Paestum – A cura di Anna Cozzolino

da Davide De Stefano
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“L’unico esempio di pittura greca con scene figurative, proveniente dai periodi Classico, Arcaico o ellenistico, che sia sopravvissuta nella sua interezza. Tra le migliaia di tombe greche conosciute di quel tempo (dal 700 al 400 Avanti Cristo), questa è l’unica ad essere stata decorata con affreschi di soggetto umano”

Così il noto studioso americano Ross Holloway, per l’American Journal of Archaeology, definisce la Tomba del Tuffatore, una delle eccellenze del sito archeologico di Paestum, attualmente esposta presso il Museo Archeologico Nazionale della cittadina in provincia di Salerno.
Ebbene, a quanto pare, l’unico vero esempio di pittura figurativa greca interamente conservato, è rappresentato proprio dagli affreschi della Tomba del Tuffatore a Paestum!
La Tomba del Tuffatore fu scoperta da uno dei più grandi archeologi campani del XX secolo, Mario Napoli, allievo del grandissimo Amedeo Maiuri, che diresse per molti anni la Soprintendenza dei beni archeologici di Salerno ed Avellino.
L’Archeologo Mario Napoli, nell’ambito di una campagna di scavi sistematici portati avanti nell’area di Paestum, il 3 giugno 1968 si trovò di fronte a una scoperta senza precedenti e racconta:, « Iniziatosi lo scavo, la quarta tomba posta in luce, in circostanze certamente fortunate, è la tomba del Tuffatore: si verificava così il più sconvolgente rinvenimento archeologico da moltissimi anni a questa parte.
È una normale tomba a cassa, formata, cioè, da lastre di travertino locale […] Nulla lasciava sospettare, al momento del rinvenimento, che questa dovesse particolarmente distinguersi dalle molte migliaia di tombe che si sono rinvenute da tempo intorno a Paestum, al di fuori di una cura particolare posta nel suturare con stucco bianco le congiunzioni tra le varie lastre, come se si fosse voluto evitare che l’acqua o il terreno penetrassero nell’interno della tomba. Sollevata la lastra di copertura, ecco apparire la tomba completamente affrescata, non solo nelle pareti interne delle quattro lastre formanti la cassa, ma anche, e questa è una strana novità, nell’interno della lastra di copertura… »
Dunque, la Tomba del Tuffatore, è una vera e propria camera funeraria: è formata da cinque lastre di travertino,  quattro ai lati della “camera funeraria” e una di copertura della stessa. Tutte e cinque le lastre sono affrescate ed erano stuccate le une alle altre, in maniera molto efficiente, per salvaguardare la tomba nel tempo.
La Tomba del Tuffatore fu datata agli anni 480-470 avanti Cristo. La scena del Tuffatore  raffigura un uomo nudo che si lancia da un trampolino piuttosto alto verso un corso d’acqua sottostante. Secondo Mario Napoli, archeologo scopritore della tomba, il tuffo rappresenterebbe l’inizio del viaggio verso l’aldilà, compiuto dall’uomo al momento della morte, che è allo stesso tempo tuffo verso il mare della vera conoscenza. Dunque, il mare, raffigurato nella scena con il contorno di due alberi, potrebbe rappresentare il mistero della morte e della vita ultraterrena, nel quale si immerge il defunto. Ma al riguardo, ci sono anche altre ipotesi: un riferimento a giochi sportivi, che si disputavano anche nelle colonie della Magna Grecia a quel tempo.
Quindi, se vi trovate nei pressi di Paestum, tra un tuffo e un altro, andate a far visita al Museo Archeologico di Paestum perché non c’è nulla di più bello unire relax, cultura e mistero!

A cura di Anna Cozzolino

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