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La sirena Partenope e l’isolotto di Megaride. A cura di Anna Cozzolino

da Davide De Stefano
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Quando la sirena Partenope si arenò sull’isolotto di Megaride, oramai priva di vita, mai avrebbe immaginato che su quel lussureggiante scoglio ubicato a poche decine di metri dal leggendario fiume Sebeto, sarebbe sorta, quasi mille anni più tardi, una delle dimore più ricche dell’impero romano: la villa di Lucio Licino Lucullo. Né poteva sapere che proprio sulle fondamenta di quella sfarzosa dimora, sarebbe stato edificato, un paio di secoli dopo, uno dei simboli della città del Vesuvio: Castel dell’Ovo, passato alla storia come il maniero di Virgilio, mago, poeta e taumaturgo.
Storico protettore della città negli anni del Medioevo.
Al di là del racconto mitologico, la storia stessa di Napoli rimanda a episodi ed eventi che sembrano perdersi nella notte dei secoli, ma di cui resta traccia e testimonianza nei numerosi reperti archeologici riportati alla luce nel corso degli anni.
Partenope, appunto. Che in greco antico significa “vergine”. Secondo la mitologia era una delle sirene che tentarono, invano, di incantare Ulisse con il loro canto. Accadde quando la nave dell’eroe omerico incrociò lo specchio d’acqua posto a metà strada tra Positano e la baia di Ieranto. Il prode nocchiero seppe resistere e Partenope, disperata per il rifiuto, scelse di precipitarsi in mare togliendosi la vita.
Il suo corpo, trasportato dalle correnti, finì malinconicamente sugli scogli di Megaride. E qui venne trovato, con gli occhi chiusi nel bianco del viso e i lunghi capelli che ondeggiavano nell’acqua. La struggente sirena fu composta in un grandioso sepolcro. In breve tempo la straordinaria creature si trasformò nella protettrice del luogo, onorata con sacrifici e fiaccolate e venerata dal popolo, che scelse di dare il suo nome al villaggio di pescatori che sorgeva lungo la costa.
Secondo una versione un po’ meno leggendaria, Partenope sarebbe realmente esistita. E sarebbe stata, in realtà, la bellissima figlia di un condottiero greco partito alla volta della costa campana, per fondarvi una colonia. E poi perita in mare, durante un naufragio.
Se quella di Partenope sembra avere tutte le caratteristiche della più classica delle favole, corrisponde a verità che le tracce del primo insediamento napoletano risalgano al IX secolo a.C., quando sull’isolotto di Megharis, sì proprio l’ultima dimora della sfortunata sirena, sbarcarono i primi coloni giunti dalla vicina Cuma. Furono loro a gettare le basi della futura città estendendosi, a poco a poco nell’entroterra. Fino a stabilirsi in uno dei luoghi più belli e incantati di tutta Napoli: la collina di Posillipo.
Vera o falsa che sia la storia delle sue origini, Napoli rimane, ancora oggi, una delle più antiche e misteriose città al mondo. Quasi sospesa tra mito e realtà.
A cura di Anna Cozzolino

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