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La leggenda di colapesce – A cura di Anna Cozzolino

da Davide De Stefano
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Nella tradizione napoletana Cola (Nicola) Pesce o Pesce Nicolò è un ragazzo maledetto dalla madre per le sue continue immersioni. Finisce per diventare esso stesso pesce e a squamarsi. Cola cercava rifugio nel mare, usando il corpo di grossi pesci dai quali si faceva inghiottire, per uscire all’arrivo tagliandone il ventre. La leggenda trae origine dal culto tardo pagano dei figli di Nettuno, ossia dei sommozzatori dotati di poteri magici, in grado di trattenere il respiro in apnea per poterne carpire i tesori e i segreti. Essi, accoppiandosi con misteriosi esseri marini (probabilmente le foche monache) e con l’aiuto della sirena Partenope, acquistavano tali poteri magici. L’origine tardo pagana della leggenda è riportata da Benedetto Croce in Storie e leggende napoletane. Era documentata dalla presenza di un bassorilievo di epoca classica, rappresentante Orione, venuto alla luce durante gli scavi per le fondazioni del Sedile di Porto e murato nel settecento. Il bassorilievo rappresenta un uomo coperto da quello che sembra una pelle con un coltello in mano, l’arma usata per fuoriuscire dal ventre del pesce trasportatore.

a cura di Anna Cozzolino

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