In questi giorni, associazioni del territorio e cittadini si sono svegliati con una notizia sconfortante: il mare della Gaiola rischia di essere ulteriormente compromesso dall’installazione di un doppio canale di scolo, che potrebbe aggravare l’inquinamento, nonostante il parere contrario degli esperti del settore.
Questa decisione ha profondamente scosso l’opinione pubblica e le associazioni locali, che vedono in questo progetto un grave ostacolo alla salute del mare e alla conservazione delle risorse naturali.
La reazione delle associazioni
Domenica 15 dicembre, le principali associazioni del territorio hanno organizzato una manifestazione popolare per opporsi a questa “follia”. Le immagini diffuse sui social mostrano una folla compatta e determinata, pronta a difendere un luogo simbolo della bellezza e della biodiversità marina contro un progetto che rischia di diventare una condanna per il mare di Napoli.
Eppure, di fronte a questa mobilitazione collettiva, il Comune di Napoli e la Regione Campania continuano a restare inerti. Il Comune risponde con un assordante silenzio, mentre la Regione, sorda alle richieste dei cittadini e delle associazioni, non mostra alcun interesse per la tutela di un patrimonio naturale così prezioso.
Se questa vicenda non verrà affrontata con serietà e responsabilità, il mare di Napoli rischia di subire un colpo mortale. I fondali della Gaiola, habitat di inestimabile valore, sono minacciati da interessi politici lontani dalla tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
La timidezza delle istituzioni è imbarazzante
La mancanza di risposte e l’apparente disinteresse delle istituzioni locali e regionali rappresentano una minaccia concreta per il futuro del mare di Napoli. È un silenzio che non possiamo accettare, un segnale di profonda distanza dalle necessità e dalle richieste di chi vive e ama questo territorio.
Cittadini e associazioni chiedono che il Comune di Napoli e la Regione Campania ascoltino finalmente la loro voce e agiscano con fermezza per proteggere il mare della Gaiola e il futuro del nostro ambiente.
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