La COP 30, l’ormai consueta riunione annuale tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, quest’anno farà tappa in Brasile, e più precisamente a Belem. A far discutere però è l’idea di costruire, esclusivamente per l’occasione, l’Avenida Libertade.
Avenida Libertade, la “Spacca Amazzonia”
Per la Conferenza si attendono flussi pari a decine di migliaia di visitatori, motivo per il quale l’amministrazione attuale, guidata dal Presidente Lula, ha ben pensato di rispolverare l’Avenida Libertade, un progetto già nato in passato e che prevederebbe la costruzione di un’autostrada lunga circa 13 km.
La peculiarità? L’infrastruttura nascerà nel cuore dell’Amazzonia e comporterà l’abbattimento di 300 ettari di foresta.
I timori dei brasiliani e la denuncia della Dottoressa Ana Letícia R. Ferro
Secondo quanto riportato dalla BBC la decisione del Governo Verde Oro non avrebbe raccolto i consensi del popolo brasiliano che, addirittura, lamenterebbe un mancato coinvolgimento nella decisione da parte dei vertici. Come se non bastasse, ulteriori timori erano già stati sottolineati in passato dalla Dottoressa, nonché ingegnere forestale, Ana Letícia R. Ferro, che aveva evidenziato “l’ipocrisia” del disegno. Secondo l’ingegnere infatti, l’autostrada potrebbe impedire l’accesso alle fonti d’acqua per gli animali, nonché rappresentare una frammentazione e un’interruzione per il movimento naturale della fauna selvatica.
Il Governo si difende: “L’Avenida Libertade è un’opera necessaria”
L’amministrazione Lula dal canto suo difende a spada tratta la decisione di costruire un’autostrada del bel mezzo della foresta, definendola un’opera necessaria per il futuro del clima, nonché dei brasiliani stessi. Dai vertici fanno inoltre sapere che l’intera tratta sarà realizzata nel pieno rispetto della fauna e della flora presente, garantendo “zone di passaggio” per gli animali, con l’intento di non disturbare il naturale sviluppo dell’area.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il disboscamento, ma al netto di promesse e timori, ad oggi sembra paradossale che per ospitare una conferenza sulla salvaguardia dell’ambiente si debba distruggerlo.
Simone Cerciello è un membro dell’associazione Fondalicampania, nonché direttore responsabile della redazione giornalistica. Laureato in Scienze della Comunicazione e giornalista pubblicista, da sempre basa il suo lavoro sulla cura delle fonti e sul fact-checking.