Un uomo di corporatura media consuma circa 20 litri di aria al minuto in superficie; quindi sempre in superficie una bombola da 15 litri caricata a 200 atm (tot 3000 litri) può darci aria per 150 minuti. A 10 metri di profondità, però, la pressione atmosferica raddoppia portandoci a respirare 40 litri al minuto e la durata della bombola si dimezza. E così via a mano mano che si scende, il calcolo sarebbe sempre facile se non intervenissero situazioni di stress!
Una delle numerose immersioni nel mio primo anno da brevettato si svolse nel parco naturale del Cilento.
L’uscita a Punta Tresino era adatta a tutti: tuffo fino a 18 metri “passeggiata” sul fondo dritto per un centinaio di metri verso ovest fino ad arrivare ad uno squarcio profondissimo ma largo solo pochi metri da “sorvolare”.
Come un castello accerchiato dal fossato, di fronte a noi una parete alta con una serie di gallerie che sembravano finestre. Lo scopo era attraversare quella parete godendo dello spettacolo nascosto in quelle gallerie fatte di stanze consecutive nel cui interno prolifera la vita marina invisibile al mondo esterno.
Unico avvertimento: “attraversate senza pinneggiare”; Il fondo è un materasso di alghe morte che, se smosse, potrebbero ridurre la visibilità.
Ultimo del secondo gruppo entrai alle spalle di una ragazza appassionata di fotografia. Attraversando la terza soglia la trovai seduta per un autoscatto (oggi un selfie) per poi ripartire velocemente verso l’uscita. Purtroppo per me Linda si era dimenticata dell’ avvertimento iniziale: come un’immersione notturna senza torcia, l’acqua divenne tanto densa che non vedevo le mie braccia chiuse a pugile per non battere la maschera contro la parete come già accadeva alle bombole alle mie spalle.
All’ uscita il conto dei partecipanti non tornava…e lì la mia fortuna: uno dei responsabili tornò indietro a prendermi e trarmi in salvo. Tutto bene tranne il fatto che la mia gita finiva lì…dopo solo 20 minuti la mia bombola era a meno di una terzo di aria: infatti, per quanto abbia cercato di stare calmo in attesa di intravedere la luce, in quei cinque minuti lunghissimi il battito cardiaco accellerato e la respirazione affannosa avevano fatto crollare la lancetta del mio manometro.
“1/3 di aria per la discesa e giro, 1/3 per la risalita ed 1/3 per eventuali imprevisti”, resta sempre il miglior calcolo nel preparare un’uscita con le bombole.
Ancora oggi ringrazio l’eccezionale preparazione dei miei istruttori, tutto quello che mi hanno insegnato ed il vecchio Gabriel che fu il mio angelo custode!
a cura di …granchietto N°3.