Home In Evidenza Io respiro sott’acqua capitolo I: “Il banco di Santa Croce”

Io respiro sott’acqua capitolo I: “Il banco di Santa Croce”

da Davide De Stefano
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Malgrado spesso mi ci sia avvicinato, non ho mai toccato la quota di MENO CINQUANTA, ne mai ne ho sentito il bisogno. Sono tutt’ora convinto che le più belle immersioni si fanno a bassa quota..tra i meno dieci e meno venti: la maggior parte delle forme di vita marina si aggirano li, dove ormai sono lontane dai comuni agguati dai predatori privi di pinne naturali, dove l’acqua mantiene ancora temperature accettabili e la luce, anche se a fatica, riesce ancora bene a definire forme e qualche colore.
 Di fronte allo stabilimento balneare “Bikini” di Vico Equense, all’inizio della Penisola Sorrentina, a circa 300 metri dalla costa, si trova il Banco di Santa Croce.
Le pareti più o meno scoscese, a seconda dei versanti, sprofondano sino ad oltre 60 metri di profondità e nonostante la scarsa visibilità dell’acqua nei primi 7-8 metri, il Banco di Santa Croce è senza dubbio la più bella ed interessante immersione di tutto l’itinerario subacqueo della zona ed una delle più belle secche del Mediterraneo.

Più che una vera e propria secca, il Banco è un insieme di sette grandi “panettoni” rocciosi. La “Secca principale” del Banco di Santa Croce emerge da un fondale di 45 metri, con il cappello a soli 10 metri di profondità ed esplode di vita sia bentonica che pelagica. Scendendo dal cappello della secca, sin dai primi metri le pareti sono ricoperte da gorgonia gialla.
Poco più giù, già a soli 18 metri di profondità si incontrano i primi rami di gorgonia rossa che anticipano di poco gli enormi e fitti ventagli color porpora alti oltre un metro che proseguono fino ai 40 metri di profondità attorniati da spugne color giallo arancio, che si stagliano nel blu come sculture.
Branchi di migliaia di Antias rosa nuotano tra i rami delle gorgonie; mentre sul fondo sabbioso vi sono splendidi esemplari di Cerianthus con varie colorazioni. Proseguendo l’immersione, circumnavigando il panettone roccioso della “Secca principale”, si trova una grande spaccatura verticale che taglia in due la parete, formando uno scenario da favola. La luce che filtra dall’alto mostra l’intreccio dei grossi rami di gorgonie rosse presenti sulle due pareti contrapposte. La risalita dal fondo, lungo la parete, ci regala vaste zone colonizzate da coloratissimi Parazoanthus e da Astroides.
Sul Banco di Santa Croce non mancano le grosse Cernie che, ormai stanziali, vivono tra gli anfratti e lo spacco che divide la secca in due. Attraversando il varco coperto dalla Paramuricea Clavata, troviamo all’interno un’esplosione di vita sessile multicolore. Sul Banco sono frequenti anche dei grossi Saraghi pizzuti e fasciati, mentre nel periodo caldo le Ricciole e i Tonni fanno da attrazione mentre danno la caccia alle Alicie capita che sfreccino quasi accanto ai subacquei. Incontro non impossibile, ma difficile, è quello con le Aquile di mare e con il Pesce Luna. Vista la tipologia e la morfologia del Banco vi si possono pianificare vari tipi di immersioni adattabili ai vari livelli dei subacquei. La partenza delle immersioni avviene sempre dalla “Secca principale” essendo la più estesa e quella più vicina alla superficie, poi solo le guide esperte della zona si spostano dalla secca principale per dirigersi verso le altre sei secche che sono disposte tutte intorno.
(Si ringraziano gli amici Divers che ci raccontano ed inviano le loro esperienze)

a cura di Giacomo Torre
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