Incremento di meduse e ctenofori, noto come “esplosione gelatinosa”, emerge come conseguenza della pesca eccessiva. Questo fenomeno, analogo a un circolo vizioso, comporta rischi non solo per la salute umana a causa delle tossine prodotte da alcune specie di meduse, ma anche per l’ecosistema marino e l’economia.
L’incremento di meduse è dovuto alla sovrapesca dei pesci pelagici che riduce la pressione predatoria su plancton di varie dimensioni, liberando risorse alimentari per le meduse e gli ctenofori. Tuttavia, questi organismi predano voracemente le larve dei pesci, indebolendo ulteriormente le popolazioni ittiche e compromettendo la sostenibilità della pesca.
Negli ultimi decenni, il fenomeno dell’ “esplosione gelatinosa” ha portato alla proliferazione di meduse e ctenofori, organismi capaci di riprodursi asessualmente, rappresentando una minaccia per l’ecosistema marino e l’economia delle comunità costiere.
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L’impatto delle specie gelatinose sulle risorse ittiche: Il caso del Mar Nero
Questi esseri gelatinosi, come le meduse, possono trarre vantaggio dalle condizioni ambientali favorevoli per espandersi demograficamente, competendo direttamente con i pesci pelagici e riducendo le risorse disponibili per il ripopolamento degli stock ittici.
Un esempio emblematico si registra nel Mar Nero, dove negli anni Ottanta del secolo scorso lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi invase le acque, portando al collasso della pesca commerciale. La sua invasione fu seguita dall’arrivo accidentale di un altro ctenoforo, Beroe ovata, che divenne il suo acerrimo nemico, avviando una dinamica preda-predatore che ridusse la pressione sui pesci e consentì alla pesca di riprendersi.
Il fenomeno interessa anche la costa Italiana
L’ incremento di meduse si estende anche alle coste italiane, dove M. leidyi sta espandendo il proprio areale, specialmente nelle lagune salmastre lungo le coste del Gargano e della Sardegna, e nell’Alto Adriatico, dove la minore salinità favorisce la sua proliferazione.
L’ incremento di meduse Possibili soluzioni
Gli organismi gelatinosi rappresentano una minaccia diretta per le popolazioni umane costiere, intasando le reti da pesca e le prese d’acqua degli impianti di raffreddamento delle centrali elettriche. Tuttavia, questa minaccia potrebbe trasformarsi in una risorsa, attraverso lo sfruttamento di questi animali a fini alimentari, prospettiva che potrebbe essere sostenibile per l’ecosistema e l’economia locale.
Le meduse si mangiano ?
Sì, le meduse si mangiano in alcune culture asiatiche, specialmente in Cina, Giappone e Corea, dove sono considerate una prelibatezza per la loro consistenza croccante piuttosto che per il sapore. Le specie più comunemente consumate includono Rhopilema esculentum, Stomolophus meleagris e Aurelia aurita.
Prima del consumo, le meduse vengono trattate con un processo di disidratazione e reidratazione per renderle commestibili e per eliminare le sostanze tossiche.
Il passaggio da minaccia a risorsa rappresenta una possibilità intrigante, aprendo la strada a nuove prospettive di sostenibilità e utilizzo consapevole delle risorse marine.
Con questa riflessione, si chiude un capitolo importante sulla convivenza tra l’uomo e gli organismi gelatinosi delle acque, aprendo la porta a nuove sfide e opportunità nel rapporto con il mare.