OrdineCetacea – Sottordine Odontoceti – FamigliaDelphinidae
Oggi si riconoscono almeno due specie di Globicephala: G. melas, con distribuzione prevalentemente temperata, e G. macrorhynchus (Globicefalo di Grey), che invece vive in acque tropicali e pertanto non si spinge in Mediterraneo.
Etimologia del nome scientifico
Globicephala: dal latino globus, sfera, e dal greco kephalè, testa: dalla testa sferica; melas: nero in greco.
Il Globicefalo presenta notevole dimorfismo sessuale: le dimensioni del maschio si aggirano su 6 m di lunghezza e 2 tonnellate di peso. La femmina, in media non raggiunge i 5 m di lunghezza e sfiora la tonnellata.
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L’aspetto esterno è inconfondibile, con il capo prominente globoso e il corpo assai allungato. La forma del Globicefalo varia notevolmente a seconda del sesso e dell’età. Il melone grande e arrotondato gli conferisce il caratteristico profilo; esiste, sotto il melone, un abbozzo di rostro appena visibile. La pinna dorsale, situata in posizione mediana o addirittura al termine della metà anteriore, è caratteristicamente bassa, con la base superiore all’altezza. Le pettorali sono invece lunghissime, ricurve, sottili e appuntite, a forma di falce, lunghe oltre il 20% della LT.
Per quanto riguarda la colorazione, questa è nero ebano con riflessi brunastri, oppure marrone scuro nell’adulto; i giovani sono di color nocciola chiaro. Nell’adulto esiste quasi sempre una caratteristica pezzatura bianca o biancastra sul ventre e sul petto, con una forma che ricorda vagamente quella di un’ancora, le cui marre (cioè i “bracci”) sono disposte simmetricamente sotto il mento, mentre il fusto si allunga verso la coda, fino alla regione dei genitali.
Spesso i Globicefali vengono avvistati in gruppi serrati e compatti, mentre nuotano lentamente in superficie. Come tutti i Delfinidi, è dotato di agilità e velocità, ma sembra che usino queste abilità piuttosto raramente. La stagione riproduttiva del Globicefalo è nella primavera e nell’inizio dell’estate. La gestazione dura circa 15 mesi. Esistono osservazioni di parti estivi nel Mediterraneo (Mar Ligure), in cui la femmina partoriente si trovava all’interno di un cerchio costituito dagli altri membri del branco, disposti con la testa all’interno e la coda all’esterno. Il piccolo rimane in stretto contatto con la madre per almeno due anni, durante i quali viene allattato, lo svezzamento avviene infatti definitivamente dopo il secondo anno anno di età, malgrado il piccolo inizi a ingerire cibo solido molto prima. La femmina raggiunge la maturità sessuale intorno a 7 anni, mentre il maschio intorno ai 15-20 anni. . La vita media si aggira tra i 40 e 50 anni, con una longevità marcatamente superiore nelle femmine.
Malgrado il Globicefalo non compia vere e proprie migrazioni stagionali, è fuori di dubbio che compia periodici spostamenti, anche se ancora non chiaramente definibili.
Il Globicefalo è un Cetaceo che predilige le acque del mare aperto, ben profonde. In Mediterraneo esso è il più pelagico delle specie regolari, con una profondità media nelle zone di avvistamento di oltre 2300 m e una distanza media dalla costa di 41 km. Ogni tanto si spinge vicino alle coste, anche se in acque basse la sua sopravvivenza sembra sempre precaria vista la propensione di questa specie agli spiaggiamenti collettivi.
Il Globicefalo è prevalentemente teutofago (cioè si nutre di calamari, seppie, polpi ecc…).
é uno dei cetacei più gregari, con gruppi a volte formati anche da centinaia di individui. La complessità dell’organizzazione sociale del Globicefalo non è ancora chiara, anche se sembra sia simile a quella delle Orche.
A differenza degli altri Delfinidi, il Globicefalo non ha l’abitudine di portarsi a prua delle navi e delle barche, e spesso si avvicina solo per naturale senso di curiosità. In alcune situazioni, i maschi si mostrano molto protettivi nei confronti del branco, al punto da diventare vagamente aggressivi (mostrano i denti ed è capitato che trascinassero qualche persona a profondità di circa 20 m, per fortuna senza conseguenze).
Il Globicefalo presenta uno spettro abbastanza ampio di vocalizzazioni, che contengono anche i clicks, tipici di chi utilizza il biosonar. Esisterebbe anche evidenza che, come nel Tursiope, anche nel Globicefalo esistono “fischi firma”, tipici dei singolo individui.
Il Globicefalo è senza dubbio il Cetaceo che, al pari della Pseudorca, dà luogo agli spiaggiamenti collettivi più frequenti. Probabilmente ciò è dovuto alla forte coesione del gruppo.
Non si conoscono predatori del Globicefalo, la principale causa di mortalità è da imputare quindi proprio agli spiaggiamenti.
Il Globicefalo è piuttosto comune in mediterraneo, soprattutto nel mare di Alboran e nel Mar delle Baleari. Esso diviene via via più raro verso levante, fino quai a diventare assente nella porzione più orientale del bacino. Per quanto riguarda i mari italiani, lo si può osservare frequentemente in Mar Ligure, nel Tirreno è piuttosto raro (anche se lo si può osservare al largo delle isole pontine), e lo è ancor di più nell’Adriatico e nello Ionio.
Le popolazioni nordatlantiche sono state oggetto di intensa caccia costiera, soprattutto a Terranova (attività ormai sospesa) e alle Isole Faroe. Gli esperti tuttavia ritengono che questo prelievo non rappresenti un rischio serio per la popolazione nordatlantica, che forse comprende svariate centinaia di migliaia di esemplari.
A cura di Martina Di Vincenzo