Si sente parlare spesso, a ora di pranzo, o a ora di cena, di “frutti di mare”. Poi magari si resta un po’ interdetti quando si va’… dal fruttivendolo invece che dal pescivendolo! Qualche volta ci si chiede: ma perché sono chiamati “frutti” alcuni animali marini?
E’ difficile trovare la risposta. La varietà degli animali marini è così vasta che farne una trattazione specifica richiederebbe una preparazione specialistica, oppure un consulto sistematico di un testo ben approfondito in materia.
Qualcuno potrebbe non essere d’accordo e potrebbe indicarci, fra il sarcastico e l’ironico, le cozze, le vongole, eccetera (i mitili), quali tipici e famosi rappresentanti dei frutti di mare.
Ma non è così, perché anche i polpi, ad esempio, che sono gasteropodi, fanno parte della famiglia degli artropodi, considerati a pieno titolo zoologico “frutti di mare”. Infatti, nel senso etimologico del termine, la parola “gasteropode” significa letteralmente “colui che si sposta trascinandosi sullo stomaco”; il che avviene, per attenerci all’esempio riferito, qualche volta per i polpi, mai per le cozze, che restano abbarbicate come ben sappiamo sugli scogli.
Qualcuno potrebbe non essere d’accordo e potrebbe indicarci, fra il sarcastico e l’ironico, le cozze, le vongole, eccetera (i mitili), quali tipici e famosi rappresentanti dei frutti di mare.
Ma non è così, perché anche i polpi, ad esempio, che sono gasteropodi, fanno parte della famiglia degli artropodi, considerati a pieno titolo zoologico “frutti di mare”. Infatti, nel senso etimologico del termine, la parola “gasteropode” significa letteralmente “colui che si sposta trascinandosi sullo stomaco”; il che avviene, per attenerci all’esempio riferito, qualche volta per i polpi, mai per le cozze, che restano abbarbicate come ben sappiamo sugli scogli.
Ecco quindi che forse arriviamo a una determinazione sufficiente: i frutti di mare sono quegli animali marini che non si muovono, cioè che non nuotano (come i pesci) o non si spostano (come i granchi). I frutti marini sono quegli animali marini che restano attaccati agli scogli o immersi nella sabbia. Probabilmente, la denominazione “frutto”, che si deve intendere come “prodotto”, oppure “conseguenza”, è dipesa dal fatto che il frutto comunemente inteso, è il “prodotto”, oppure la “conseguenza” della fioritura della pianta. Lo scoglio e la sabbia costituiscono dunque la “pianta”da dove trae origine il frutto marino.
Da considerare dunque come “frutti di mare” mitili e molluschi, non altri, altrimenti… si rischia di fare una grossa ed esagerata… zuppa di mare, nella quale trovano posto perfino polpi, granchi, seppie ed aragoste!