Home In Evidenza Giudizio Universale, le associazioni portano lo Stato Italiano in tribunale

Giudizio Universale, le associazioni portano lo Stato Italiano in tribunale

da Davide De Stefano
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IL 14 dicembre è cominciato a Roma il processo intentato da associazioni ambientaliste 1 179 cittadini per inadempienza in materia climatica.

E’ la prima volta che in Italia si verifica un accadimento del genere.

Il processo parte da una premessa: L’Italia non si sta impegnando seriamente per contrastare il cambiamento Climatico e questo ci allontana dal raggiungimento degli accordi di Parigi sul clima.

L’avvocato che cura la causa Luca Saltalamacchia dichiara: ” Lo stato Italiano si è dato target completamenti insufficienti, per questo noi lo citiamo in giudizio, per sottolineare la poca volontà politica e costringerlo ad agire in fretta”.

Il punto cruciale su cui s’incentra il procedimento è quello della riduzione delle emissioni di CO2. Il piano nazionale di energia e clima (Pniec), prevede la riduzione del 33 per cento delle emissioni rispetto al 1990, ma dovrà essere rivisto per allinearsi agli obbiettivi europei.

Il nuovo piano annunciato dal Ministro  R. Cingolani, prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 51 per cento. Un obiettivo che i ricorrenti giudicano insufficiente.

La richiesta avanzata da “Giudizio Universale” è invece pari al 92 per cento ri riduzione delle emissioni rispetto ai livelli del 1990.

I responsabili del team  Giudizio Universale  attraverso un comunicato stampa invitano cittadini e associazioni a tenere alta l’attenzione sula tematica, in oltre attraverso il seguente link: www.giudiziouniversale.eu  è possibile aderire digitalmente alla lotta !

Per quanto riguarda i risultati dell’udienza, bisognerà attendere i tempi burocratici, in ogni caso la “battaglia ” è appena iniziata, vi terremo aggiornati!

ULTIMA ORA AGGIORNAMENTI del 14/12/2021

il comitato Giudizio Universale rende noto quanto segue:

Essendo stata una udienza telematica abbiamo avuto soltanto oggi il provvedimento della giudice con la fissazione della prossima udienza il 21 giugno. Abbiamo avuto invece il 14 stesso notizia della costituzione in giudizio dello Stato nonché le sue argomentazioni contenenti tanto elementi di merito che svariate questioni pregiudiziali.
Ad una prima occhiata le argomentazioni depositate ci sembrano parecchio deboli, ma è opportuno prenderci del tempo per un’analisi più approfondita.
Da un lato, il team legale sta approfondendo le argomentazioni “di diritto” (abbiamo già avuto un primo confronto e sono molto tranquilli sulla facilità di smontare quanto ci contestato e sulle contro-deduzioni da depositare). Inoltre a loro avviso il fatto che con il provvedimento la giudice abbia fissato il triplice termine da noi richiesto indicherebbe che ha tutta l’intenzione di entrare nel merito e non a fermarsi alle questioni pregiudiziali. Dall’altro, per quanto riguarda le argomentazioni di fatto abbiamo chiesto una analisi qualificata agli scienziati di riferimento con cui usiamo lavorare in modo da avere elementi specifici di analisi su quanto addotto dallo Stato per dimostrare l’impegno (definito “profuso”) nel contrasto ai cambiamenti climatici.
Nei prossimi giorni invieremo un comunicato con un breve commento, che concerteremo con i legali e gli scienziati, visto che la stampa attende di sapere cosa è avvenuto in udienza e abbiamo preso tempo per non fare analisi affrettate.
Avremo cura di inviare il testo, appena pronto e in via confidenziale al gruppo comunicazione a cui chi vuole unirsi per dare una mano basta risponda a questa mail fornendoci un numero telefonico.
Il 14 gennaio scade invece il termine per il deposito delle nostre ulteriori note da inviare al giudice e vi proponiamo al riguardo una call di confronto per lunedì 10 gennaio alle ore 18.00.

 

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