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Ercolano: Approdo Borbonico divieto di tuffo

da Davide De Stefano
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Che tuffo al cuore! Esclamerebbero i Borbone alla sola vista di ciò che rappresenta oggi lo storico approdo Borbonico e lo stato pietoso in cui versa.Ciò che più deliziava la famosa dinastia, era la prestigiosa e spettacolare veduta panoramica sul golfo di Napoli, ma se Ferdinando IV di Borbone volesse bearsi oggi di tale spettacolo passeggiando per la sua residenza reale, noterebbe che quell’ incantevole dipinto d’ altri tempi, non esiste ormai più.

Che bruttura! Esclamerebbe Maria Carolina D’ Austria trovando avanti a se una muraglia di grezzi legnami, senza sapere che se soltanto volesse mettere i piedi in acqua, seppur con grande atto di coraggio e responsabilità date le condizioni, forse non vi riuscirebbe, salvo scegliere di pagare il pedaggio e fittare una di quelle “presepiali” cabine con vista ombrelloni.
Ma se al peggio sembra non esserci mai fine, forse è vero che la speranza  è l’ ultima a morire, infatti Ercolano, sembra essere negli ultimi periodi oggetto di coscienza sociale, seppure ancora vittima indiscussa di maltrattamenti immeritati.  Un posto unico al mondo, pronto sempre a porgere l’ altra guancia, sempre lì ad offrire nuova linfa ed inquantificabili possibilità di ricchezze, nonostante le immeritate ed ingiustificate violenze continuamente subite.
Sempre più persone sembra stiano accorgendosi di quanto sia importante e vitale il più naturale dei concetti. Gli Ercolanesi, una parte che fino ad oggi sembrava nascosta, cominciano a mostrare quel pizzico di coscienza che li vedrebbe parte di un risveglio sì tardivo ma fondamentale per la battaglia avvilente, contro abusivismo e criminalità ambientale.
Anche le istituzioni, unitamente agli organi delle forze armate, sembrerebbe che abbiano finalmente dato una  svolta  operando sul territorio al sequestro degli ormai famosi 22 scarichi abusivi ed elevando relativi verbali  e sanzioni superiori ai 50.000 Euro, restituendo se così può definirsi,  un po’ di giustizia alle infinite denunce e alle costanti segnalazioni di cittadini e  associazioni che da anni difendono il territorio da questo vero e proprio attentato all’ambiente  e alla salute.
Bando alle fantasticherie!  Al momento la situazione è davvero drammatica.  In questi ultimi giorni, i nostri volontari si sono più volte recati sul posto per constatare  le condizioni, e per così prendere visione di quanto ciò che sta accadendo alla “ Favorita”. È il più osceno degli spettacoli avallato nel tempo da politiche e istituzioni. Scarichi fuorilegge di liquami di ogni genere al Molo Borbonico, giacenze e sversamenti  gratuiti di  immondizie e materiali di risulta,  sacchi anonimi  abbandonati,  fondale putrido e qualsiasi resto di una giornata al mare trascorso ai lidi il tutto sulla battigia, sul molo, fra le rocce, a pelo d’acqua, sul fondale.
Maxi Divieto di balneazione quindi, un atto emesso il 12 Giugno 2015 siglato dal neo sindaco, al centro di una querelle  per delle vecchie foto emerse dove si evincerebbe un tuffo fatto da vicesindaco, fra le acque Borboniche che seppur più trasparenti di oggi, erano già definite non balneabili all’ epoca dello scatto. Il divieto di balneazione siglato questo Giugno, interdice quindi, quasi tutto il litorale Ercolanese, lasciando fuori, ma senza aver avuto la possibilità di conoscerne i reali motivi, quella che qualcuno definisce l’ isola felice di Punta Quattroventi.

 

Si, divieto assoluto di balneazione, divieto per maltrattamento ambientale, divieto per le solite lentezze operative delle istituzioni, divieto per chi omette ripetutamente a garantire sicurezza e qualità di esistenza alla cittadinanza, fronteggiando a muso duro e senza paura di combattere chi sistematicamente sversa illegalmente “sostanze chimiche”  in mare, “rifiuti in aree protette”,  per chi lucra al fine di garantirsi utili e poltrone a discapito della salute di tutti noi.  Ma siamo proprio noi la speranza di questo cambiamento in cui tanto crediamo e della rinascita della nostra terra.  Siamo noi che con il nostro amore per l’ ambiente e per tutte le ricchezze che ci sono state donate, dobbiamo farci carico di quest’ onere e coinvolgere in nostro vicino nella dura lotta del rispetto innanzitutto. Si, il rispetto, anche di un “divieto”, perché lo ricordiamo, il divieto di balneazione non è un consiglio ma una regola. Violare una regola è reato. Violare un divieto di balneazione, è reato, ed in questo momento a fare il bagno nelle acque avvelenate e putride della “favorita” ci sono dei bambini.

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