Acquari. Delfinari. Parchi marini. Tanti modi per definire un’unica, triste realtà. Chi di voi è già stato in uno di questi luoghi? Chi di voi si è divertito guardando saltare il delfino di turno, osservando l’otaria che vi saluta, vedendo una potentissima orca “assassina” seguire mestamente gli ordini impartiti dal proprio trainer? Bene, sappiate che è tutto falso. Nessuna di quelle azioni avviene per libera scelta, è soltanto frutto della schiavitù.
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Esatto signori, qualsiasi cosa vi dica lo staff di questi parchi, nessuno di voi probabilmente conosce davvero cosa avviene in questi luoghi. A volte, neppure loro stessi lo sanno. Seguono ciò che gli viene detto, ripetono frasi nella convinzione di darvi informazioni corrette, senza rendersi conto che ognuna di quelle è una bugia adeguatamente studiata.
whale whatching |
E ditemi, conoscete anche il whale whatching? Per chi non lo sapesse, questa pratica consente di osservare gli animali marini (cetacei, tartarughe, squali, pesci) nel loro habitat naturale, cioè in mare aperto. Si tratta di mini-crociere di una giornata, organizzate da persone altamente qualificate che grazie all’ausilio di aerei, droni e satelliti saranno in grado di portarvi alla scoperta della vita in mare. Della vita vera. I biologi marini a bordo vi spiegheranno passo passo tutto ciò che vorrete sapere e dissiperanno ogni vostra curiosità. Il whale whatching è ormai molto comune anche in Italia, moltissime crociere vengono organizzate nelle aree marine protette e in particolare nel “Santuario Pelagos”, il nostro santuario per i mammiferi marini. “Pelagos” è un’area marina protetta che si estende per quasi 90.000 Km2 nel Mar Tirreno e prevede l’accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per la salvaguardia e la protezione di tutti i mammiferi marini ( e non solo) che lo abitano. In questa zona è possibile osservare capodogli, globicefali, grampi, balenottere comuni, tartarughe marine, pesci luna, squali, pesci spada, tonni e moltissime altre specie di animali.
Credetemi, vederli in mare aperto, liberi di comportarsi come vogliono, e vederli chiusi invece in vasche minuscole che a stento permettono loro un ritmo di nuoto sincopato, è decisamente differente. Avvistare i delfini è un’emozione unica.
É così. Accade meno te lo aspetti. Minuti interminabili a fissare l’orizzonte e poi, improvvisamente, scorgi una pinna fendere l’acqua. Ti sembra un’allucinazione, perché mentre c’è, non c’è più…Ma aspetti, perché la speranza è troppo forte. E così te li trovi sotto la prua, meravigliosi…agili e velocissimi. Scatti un sacco di foto, ma con un po’ di esperienza sai già che la metà le dovrai buttare. La realtà è che mentre tu credi di osservarli, sei tu ad essere osservato. E preghi con tutto te stesso di piacergli perché, se così non fosse, sparirebbero in un istante…Ma ci sono, sono ancora lì…Sei stato accettato, sei stato giudicato “non pericoloso”. Il branco si rilassa e inizia l’esibizione. É uno spettacolo unico, sempre diverso. E mentre aspetti i loro salti, hai un’unica, grande certezza: comanda lui, il re del mare. E tu, non sei proprio nessuno.
Se avete in programma una gita in un acquario, cambiate meta. Organizzatevi per passare una giornata in barca, in mare aperto. Educate i vostri figli al rispetto della vita, della libertà, dell’amore. Spiegate loro la differenza e ricordate: catene d’oro sono pur sempre catene. E anche le corde di seta stringono.
A cura di Martina Di Vincenzo
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