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Come il cambiamento climatico ridefinisce la distribuzione delle specie ittiche

da Davide De Stefano
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Il riscaldamento rapido degli oceani causato dal cambiamento climatico sta spingendo la comunità scientifica a concentrarsi sempre più sulla previsione degli spostamenti delle specie marine. Questa capacità predittiva è fondamentale per garantire una gestione sostenibile delle risorse ittiche, che riveste un ruolo cruciale per le economie locali e la biodiversità marina.

Lo studio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia

In questo contesto, un team di ricerca coordinato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), con il contributo dell’Università di Bari, della Fondazione COISPA ETS e dell’Istituto di Oceanografia e Pesca di Split (Croazia), ha adottato un approccio modellistico per analizzare le variazioni spaziali di nove specie demersali in diverse epoche e scenari di emissione di anidride carbonica.

L’approccio modellistico sulle specie ittiche

Il team ha esaminato sia gli individui giovanili che adulti nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio Occidentale attraverso quattro finestre temporali (1999-2003, 2014-2018, 2031-2035 e 2046-2050).

Le specie studiate, tra cui il nasello, la triglia, lo scampo, la rana pescatrice, il totano, il sugarello europeo, la seppia, la canocchia e la sogliola comune, sono di grande rilevanza commerciale.

“Lo studio implementa diversi modelli di distribuzione già noti in letteratura, che, utilizzati insieme, producono un insieme solido di previsioni (ensemble)”, spiega Diego Panzeri, autore principale dello studio.

Risultati e impatto economico

I risultati mostrano una probabile variazione futura nella distribuzione e nella densità di queste specie, influenzata dai cambiamenti climatici.

Il riscaldamento del Mediterraneo, un hotspot di biodiversità con oltre 700 specie di pesci, sta già causando cambiamenti significativi nelle popolazioni ittiche, particolarmente nei paesi meridionali del bacino.

Tuttavia, gli impatti socio-economici del cambiamento climatico inizieranno a interessare sempre di più anche le regioni settentrionali del Mediterraneo.

Le specie demersali, che rappresentano il 60% del totale dello sbarcato in Adriatico e Ionio, potrebbero spostarsi e variare in densità, con conseguenze dirette sulla pesca. Le specie più vulnerabili a questi cambiamenti includono il nasello, la triglia, la rana pescatrice e il sugarello europeo.

Le variazioni nella distribuzione di queste specie, soprattutto durante le loro fasi giovanili e adulte, potrebbero avere impatti economici e commerciali significativi.

Pianificazione e gestione sostenibile

“La rappresentazione della futura distribuzione delle specie è cruciale per supportare la gestione territoriale delle risorse ittiche”, sottolinea Simone Libralato dell’OGS. Questo approccio permetterà di anticipare gli impatti del riscaldamento del mare e di ottimizzare la pianificazione della pesca, prevedendo chiusure spazio-temporali per proteggere le zone di aggregazione delle specie.

Conclusioni sulle specie ittiche

Lo studio dimostra l’importanza di utilizzare modelli di distribuzione delle specie per prevedere e gestire i cambiamenti nelle risorse ittiche. Con il continuo aumento delle temperature oceaniche, tali strumenti saranno essenziali per sostenere le economie locali e preservare la biodiversità marina nel Mediterraneo e oltre.

 

fonte : Future distribution of demersal species in a warming Mediterranean sub-basin

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