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Come approcciare il mare? Primi passi. [Parte III]

da Davide De Stefano
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Riassumendo in breve quanto scritto fin ora: “Allontanando ogni pensiero negativo si respira molto lentamente, senza alcuna fatica…”

Ora entriamo un po’ nello specifico della respirazione.

Respirare è un’azione involontaria che qualsiasi essere vivente attua indipendentemente dalla propria volontà. I polmoni sono gli organi principali, deputati alla respirazione. Al loro interno circa 400 milioni di alveoli catturano l’ossigeno contenuto nell’aria   ed espellono anidride carbonica sostanza di rifiuto. Fin qui tutto abbastanza risaputo. ora facciamo attenzione.

Non tutta l’aria che entra nei polmoni raggiunge gli alveoli  polmonari, specialmente se l’atto respiratorio è breve.

“Una respirazione profonda e lenta favorisce la nostra capacità di trattenere l’aria perché permette ai polmoni di catturare una maggiore quantità di ossigeno. ”

Chiaramente per chi fa snorkeling da superficie pensa:
“Io ho il tubo, a me che me ne frega”. Giustissimo, però se siamo davvero amanti dell’acqua è importante ricordare che per vivere il mare al 100% bisogna arrivare nella condizione di sentirsi come un pesce armonicamente inserito nel contesto marino che andremo a sentire come “nostro”, come fosse per noi “nativo”.
Ed ecco che l’apnea, la respirazione e un alto livello di acquaticità sarà importantissimo.
La tecnica di rilassarsi e di rallentare la respirazione è l’unica veramente utile per chi vuole trattenere aria in sicurezza e contemporaneamente godersi lo spettacolo marino che lo circonda.
Questo tipo di respirazione rallenta il battito del cuore e irrora i muscoli del corpo che sono la causa del maggiore consumo di ossigeno.
Non possiamo pensare, però di stare 20 minuti in superficie come il monaco tibetano che pratica yoga , altrimenti in un’ora effettueremo al massimo tre discese.

Ecco perché va trovato un equilibrio tra la capacità di rilassamento in tempi brevi e una buona forma cardiocircolatoria che permetta un rapido recupero in superficie.

Questo consentirà di effettuare numerose apnee, magari non eccezionali, ma che ci consentiranno di muoverci sufficientemente bene nel nostro nuovo habitat.

Di Giovanni Paolo Iacomino 
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