Home Scienze Come approcciare il mare? Primi passi. [Parte II]

Come approcciare il mare? Primi passi. [Parte II]

da Davide De Stefano
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Abbiamo capito che per godersi davvero il mare bisogna riuscire a restare rilassati e positivamente predisposti all’esperienza cercando di controllare le proprie ansie. Ansie che sono il frutto della paura dell’ignoto e, ovviamente, anche della non consapevolezza dei nostri limiti(ancora non sperimentati) nel mondo marino.
Quindi è naturale che se ci poniamo come obbiettivo quello di migliorare la nostra confidenza con il mondo marino, ci tocca tornare a mare diverse volte con un po’ di sana cocciutaggine prima di sentirsi davvero parte di quell’ecosistema. 
Ricordo perfettamente che quando iniziai questo percorso…

Molto importante fu l’aiuto di amici che già praticavano l’immersione in apnea per fini sportivi o solo per il piacere di fare riprese subacquee.
Un corretto allenamento andrebbe sicuramente iniziato presso centri attrezzati e magari in piscina per migliorare molti degli aspetti utili all’apnea.
Non tutti noi appasionati siamo così fanatici e molti, me incluso, preferiamo migliorare il nostro livello di acquaticità sempre nell’habitat naturale.
L’aiuto di un amico più esperto o di un istruttore è un eccellente supporto soprattutto psicologico (vedi l’apnea con  Ginmarco Levarì), ci aiuterà a progredire in sicurezza e in meno tempo.

C’è un segnale che possiamo noi stessi recepire dal nostro corpo che coincide con la sensazione di benessere, il rallentamento del battito cardiaco.

“Il primo passo”, infatti è quello di ascoltare il proprio battito del cuore a livello di polso mentre si entra in acqua. Non appena ci si accorge che rallenta, si potrà avvertire anche una sensazione di benessere.
E’ semplice intuire che il rallentamento del battito  è in ogni caso un momento di piacere.
Dopo alcune volte che si assapora questo momento, l’acqua verrà associata psicologicamente alla sensazione di benessere.
Questo  esercizio si consiglia di eseguirlo fino a quando non si ha padronanza della percezione del rilassamento.

“Il secondo passo” sarà quello di continuare a provare piacere in acqua cercando una posizione del corpo comoda e rilassante, che consenta di respirare in superficie senza alcuna fatica, attraverso lo snorkel (boccaglio o aeratore).
In questa fase il respiro diventa un ulteriore momento di benessere perché serve a percepire l’aria come fonte di vita.
Quando il respiro è piacevole e rilassato, si trova maggiore armonia con tutto il corpo.
“Il terzo passo” è quello di percepire l’acqua intorno al proprio corpo, fino a sentirlo modellato dall’elemento liquido.
Abbastanza ovvio è che non bisogna avvertire la paura di cadere verso il basso, ma anzi la capacità di galleggiare.
A questo punto, con soli tre passi si è giunta ad una situazione di benessere e di piena consapevolezza ed è possibile cominciare a prepararsi per l’apnea e lo snorkeling.

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