l’Italia è uno degli otto Paesi europei che può contare su una qualità dell’acqua eccellente in oltre il 90% dei siti di balneazione. Questi i risultati dello studio eseguito da Bruxelles ma in Campania il maggior numero di siti definiti hanno acque inquinate. Per la precisione ce ne sono 22 e alcuni si trovano in mete molto ambite dai turisti: Marina di Cetara, il primo tratto della marina di Vietri, il lato est di Marina Grande di Sorrento. Atrani, invece sta risalendo la corrente ed è rientrata nei siti per i quali sono in atto dei cambiamenti non ancora quantificabili. Sono molti, però, i siti che dal 2013 al 2015 sono migliorati raggiungendo addirittura l’eccellenza.
La gran parte dei siti inquinati si trova ancora nella provincia di Napoli: da Castellammare a San Giovanni.
La gran parte dei siti inquinati si trova ancora nella provincia di Napoli: da Castellammare a San Giovanni.
I risultati certificati dalla Ue si riferiscono al 2015 e sono evidentemente il frutto degli interventi effettuati sui depuratori negli ultimi anni. Il settore, infatti, è stato gestito per quasi tre anni da un commissario, Nicola Dell’Acqua, che ha rimesso in moto i cosiddetti «sedimentatori» quegli impianti che permettono ai depuratori di trattare i liquami anche in presenza di piogge. Ad Acerra, invece, è stato intercettato uno scarico che finiva nei regi Lagni senza alcun trattamento. Sono stati rimessi a posto gli impianti di Acerra, Regi Lagni, Cuma, Marcianise e Napoli nord che vanno però ora rimodernizzati. L’appalto è attualmente in corso.
Dell’Acqua, si è però dimesso nel novembre del 2015: dalla Regione non arrivavano i fondi necessari per la gestione e lo smaltimento dei fanghi. Restano al lavoro, invece, i commissari per il depuratore di Napoli est, e per quello di Ischia.
Dell’Acqua, si è però dimesso nel novembre del 2015: dalla Regione non arrivavano i fondi necessari per la gestione e lo smaltimento dei fanghi. Restano al lavoro, invece, i commissari per il depuratore di Napoli est, e per quello di Ischia.