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Aziende e Oceano: un’alleanza necessaria per il futuro del Pianeta

da Davide De Stefano
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Quando pensiamo alla protezione dell’oceano, immaginiamo spesso scienziati e ambientalisti intenti a studiare le acque o a ripulire le spiagge dai rifiuti. Ma c’è un attore fondamentale che può fare la differenza e che spesso viene sottovalutato: il mondo delle aziende.

Oggi più che mai, imprese di ogni settore stanno scoprendo che tutelare il mare non è solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità di innovazione e crescita. Un oceano in salute significa un pianeta più vivibile, un’economia più forte e risorse sostenibili per le generazioni future. Ma come possono le aziende contribuire concretamente?

Collaborazione: la chiave per salvare il mare

Il settore privato non può fare tutto da solo,  nemmeno il mondo scientifico , le associazioni e le istituzioni possono affrontare questa sfida senza il supporto economico e tecnologico delle aziende. Ecco perché la collaborazione tra diversi attori è fondamentale.

Molti grandi marchi hanno già avviato partnership con esperti del settore per trovare soluzioni innovative:

Google ha creato un progetto di educazione all’oceano in realtà virtuale, permettendo a milioni di studenti di esplorare il mare senza bagnarsi i piedi.

Deloitte, società di consulenza, ha offerto supporto strategico a The Ocean Cleanup, un’organizzazione che sviluppa tecnologie per rimuovere la plastica dagli oceani.

Biotherm, brand di cosmetici, finanzia ricerche sul microbioma marino con Tara Ocean Foundation, contribuendo a studiare l’impatto del cambiamento climatico sull’oceano.

Questi sono solo alcuni esempi di come il mondo del business stia investendo in soluzioni per il mare, ma c’è ancora molta strada da fare.

Innovazione e tecnologia al servizio dell’oceano

La tecnologia gioca un ruolo chiave nella protezione del mare. Grazie all’intelligenza artificiale e ai big data, oggi è possibile monitorare la salute delle barriere coralline, tracciare gli spostamenti delle flotte di pesca per combattere la pesca illegale e sviluppare materiali biodegradabili per ridurre l’inquinamento.

Un esempio concreto è ReefCloud, un progetto sviluppato da Accenture, che utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare le immagini delle barriere coralline e valutarne lo stato di salute in pochi minuti, invece che in settimane di analisi manuale.

Altre aziende stanno sperimentando soluzioni innovative come:

Materiali ecologici per ridurre l’uso della plastica negli imballaggi, un settore in cui l’industria alimentare e cosmetica può fare la differenza.

Blockchain per garantire una pesca sostenibile, tracciando ogni passaggio della filiera per evitare lo sfruttamento illegale delle risorse marine.

Robot marini che raccolgono rifiuti negli oceani, un’alternativa tecnologica alle tradizionali operazioni di pulizia.

Dai progetti alle azioni concrete (scongiurare il Bluewashing)

Se da un lato le grandi aziende stanno investendo in progetti di sostenibilità marina, è anche vero che esiste il rischio del cosiddetto “bluewashing”: iniziative di facciata che in realtà non hanno un impatto reale sulla salute dell’oceano. Per evitare questo, è fondamentale che le imprese adottino criteri trasparenti e misurabili per valutare i risultati delle loro azioni.

Il Decennio del Mare delle Nazioni Unite (2021-2030) ha individuato 10 sfide fondamentali per la tutela dell’oceano, tra cui:

•La riduzione dell’inquinamento marino.

•La protezione della biodiversità.

•Il supporto alla ricerca scientifica per sviluppare soluzioni innovative.

Le aziende possono fare la loro parte scegliendo di investire in questi ambiti, creando sinergie con università, centri di ricerca e organizzazioni ambientaliste, e coinvolgendo anche i cittadini in azioni concrete di sensibilizzazione.

Perché tutto questo ci riguarda?

A prima vista, il legame tra il mondo degli affari e la salute del mare potrebbe sembrare lontano dalla nostra vita quotidiana. Ma in realtà, ogni nostra scelta di consumo ha un impatto: dalle aziende che scegliamo di supportare, ai prodotti che acquistiamo, fino alle nostre abitudini di utilizzo della plastica.

Se le aziende capiscono che un oceano sano è un vantaggio per tutti, non solo per l’ambiente ma anche per l’economia, potremo assistere a un vero cambiamento. E noi, come consumatori, possiamo essere parte attiva di questo processo, premiando con le nostre scelte chi realmente investe in soluzioni sostenibili.

Il mare è una risorsa preziosa e insostituibile. Proteggerlo non è solo una questione di scienza, ma anche di responsabilità collettiva. Se aziende, istituzioni e cittadini collaborano, possiamo davvero costruire un futuro in cui il blu dell’oceano continui a essere un simbolo di vita, e non di inquinamento.

E tu, cosa puoi fare per contribuire?

Fai attenzione alle scelte che compi ogni giorno, informati sulle politiche di sostenibilità delle aziende che supporti e partecipa alle iniziative di sensibilizzazione. Ogni piccola azione conta, soprattutto se siamo in tanti a farla.

 

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