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Auguri o’ capitò! Conosci le origini di questo particolare pesce?

da Davide De Stefano
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Fin dalla nascita del blog di fondalicampania abbiamo scritto e approfondito la fauna marina. In questo periodo le nostre attenzioni vanno al “capitone” perché si sa: non è Natale senza capitone, a me personalmente non piace ma affascina come tutte le specie del mondo marino in particolare. Quindi è arrivato il momento di fargli gli auguri e capirne un po’ di più di questo particolare pesce che ci sembra un serpente.
In realtà ho subito scoperto che con il termine “capitone” si indica un esemplare di ANGUILLA femmina di grandi dimensioni.
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Iniziamo a spiegare una prerogativa incredibile di questo esemplare.
Sapete dove si trova il Mare dei Sargassi?
A nord del triangolo delle bermuda, tra europa e USA per dirlo con poche parole, la mappa lo spiega meglio.

Ora invece sapete dirmi dove nel mondo è possibile trovare il nostro amato “capitone”?
È una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine dell’Atlantico e del mar Mediterraneo e suoi tributari, dall’Islanda al Senegal. È meno comune nel mar Nero e nei suoi tributari (tra cui il Danubio). In genere popola ambienti a corrente debole o assente ma non si può escludere di trovarla in acque anche molto mosse. I maschi stazionano spesso in acque salmastre senza risalire i fiumi come invece fanno regolarmente le femmine.

Adesso che sapete del mar dei Sargassi e della sua presenza nel mondo tenetevi forte, arriva una curiosità che ha dell’incredibile!

Il capitone è un migratore catadromo ed il suo ciclo riproduttivo, straordinariamente complesso, è noto da relativamente poco tempo. Tutte le anguille nascono nel mar dei Sargassi, unico posto noto dove avviene la riproduzione di tale specie. La migrazione degli esemplari sessualmente maturi inizia dalle acque dolci o salmastre dove questi pesci risiedono, in autunno. L’istinto riproduttivo è talmente forte che le anguille che vivono in laghi o stagni chiusi non esitano ad uscire dall’acqua ed a raggiungere il fiume o il mare strisciando come serpenti, questo avviene durante la notte, soprattutto in condizioni di pioggia (che consente ai pesci in migrazione di evitare la disidratazione) e di assenza di luna (dato il carattere lucifugo della specie).
In mare subiscono notevoli variazioni come l’aumento di dimensioni degli occhi (si suppone che la migrazione avvenga ad alte profondità, dove la luce è poca) e la degenerazione dell’apparato digerente (l’anguilla in migrazione smette di nutrirsi). Attraverso itinerari poco noti questi pesci, che non sono di certo forti nuotatori, raggiungono l’area dell’Oceano Atlantico in cui avviene la deposizione, effettuata la quale muoiono.

Alla schiusa dell’uovo il giovane (che ha una caratteristica forma fogliforme e che prende il nome di leptocefalo) fa il medesimo percorso fatto dalla madre per tornare in Europa nell’esatto luogo da dove essa proveniva[senza fonte], impiegando circa 3 anni per effettuare tutto il viaggio ed arrivando allo stadio di “ceca”.

Questo è quello che si dice un esemplare incredibile ed eccezionale!
Ora che ne avete compreso l’unicità vorrei ricordarvi l’aspetto triste.
L’anguilla è registrata come “In pericolo critico” dalla Lista Rossa IUCN, che è il gradino

 

immediatamente precedente l’estinzione. Non si dimentichi che, a causa del peculiare ciclo riproduttivo, questa specie non è allevabile in cattività per ripopolamenti se non catturando i giovanili al loro ritorno dalla migrazione. Le principali cause della rarefazione non stanno nell’inquinamento (a cui l’anguilla è poco sensibile) ma nell’eccessivo sforzo di pesca, sia degli adulti che del novellame a scopo di ripopolamento delle valli da pesca.

Mi pare abbastanza inutile dirvi che bisognerebbe aprire una riflessione o che bisognerebbe denunciare di più certi tipi di abuso, proprio riferendomi a questi periodi di festa (a volte poco controllata). Lo sappiamo lo sanno tutti.

Quello che possiamo fare noi è portare consapevolezza e amore per delle creature infinitamente straordinarie. Ognuna ha una qualche caratteristica unica e irripetibile. Così che magari noi ci ridensioniamo nel nostro uomo-centrismo e magari la smettiamo di pensare che il mare è come un paniere a disposizione dell’uomo che ne fa ciò che vuole, ma è un luogo di altra vita ugualmente degna come la nostra.

Buon Natale da Fondalicampania

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