La crisi climatica è ormai sotto gli occhi di tutti. Il mondo sta ora migrando verso nuovi orizzonti di sostenibilità ambientale, anche se la strada è ancora lunga, ma, come riporta il drammaturgo Vàclav Havel, la speranza è la certezza che vale la pena fare qualcosa a prescindere da come andrà a finire. Insomma, bisogna provarci.
Ad oggi, il mondo delle energie rinnovabili, le più quotate al momento, sta facendo sorgere scontri ideologici tra attivisti e aziende: i primi preferiscono emissioni zero; le seconde difendono i loro interessi e contemporaneamente cercano di minimizzare l’inquinamento e l’impatto ambientale delle loro lavorazioni, cercando di raggiungere gli obiettivi del 2050.
Si può citare, ad esempio, il caso del rispetto dei limiti di soglie di concentrazione dei PFAS e di altri inquinanti.
Se si fa un quadro della situazione riguardante le risposte dei vari paesi del mondo sull’utilizzo delle energie rinnovabili, si può citare il Portogallo, primo paese ad impegnarsi nelle emissioni zero di anidride carbonica: ha chiuso nel 2021 le centrali a carbone, con 2 anni in anticipo, e ha provveduto alla produzione di energia da fonti rinnovabili fissando di azzerare le emissioni con un anticipo di 5 anni rispetto al 2050 e ha in via di sviluppo parchi eolici galleggianti nell’Atlantico.
Ad oggi il 72% dell’energia del paese proviene da fonti rinnovabili, per lo più dovuta all’idroelettrico e all’eolico. Dall’altra parte, si prevede di aumentare la bassa percentuale del fotovoltaico snellendo il processo di valutazione di impatto ambientale e, in alcuni casi,eliminandone l’obbligo, scontrandosi così, inevitabilmente, con gli ambientalisti.
Se consideriamo Madrid, i cittadini stanno protestando per l’assenza di un contributo efficiente da parte della classe dirigente. Per quanto riguarda gli altri paesi, ad Ostenda per il North sea Summit, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, Francia, Irlanda, Norvegia e Gran Bretagna hanno raddoppiato gli obiettivi fissati l’anno scorso a Esbjerg per la produzione di energia eolica offshore.
Bisogna considerare anche un altro fattore: l’energia rinnovabile è considerata una soluzione ai cambiamenti climatici, ma essa dipende strettamente dalle risorse naturali presenti sulla terra, alcune delle quali non rinnovabili come il litio, molto usato per le batterie.
Si può fare un rapido conto secondo cui, se usassimo tutti le auto elettriche al posto di quelle attualmente circolanti, il litio si esaurirebbe in pochi decenni.
Dalle batterie può essere recuperato, ma si deve considerare che viene usato anche per la produzione di altri materiali da cui è più difficile recuperarlo, quali ceramiche e vetro, grassi lubrificanti.
Questo è ovviamente uno sguardo al futuro, nel senso che attualmente non si conoscono ancora tutti i giacimenti presenti, e l’energia rinnovabile non ha ancora sostituito del tutto le fonti combustibili, però rappresenta un’ipotesi da considerare.
A livello globale, il settore dei trasporti è molto indietro nel raggiungimento degli obiettivi climatici.
Più indietro è l’aviazione, che condivide l’ultimo posto con il trasporto marittimo, sebbene ci siano degli obiettivi da raggiungere entro il 2050.
Sono in via di sviluppo gli aerei alimentati a batteria, ma anche qui bisogna premettere che l’energia elettrica per caricare le batterie deve essere fornita da fonti rinnovabili, se si vuole parlare di sostenibilità.
Migliaia di startup e di nuove divisioni interne alle aziende investono risorse in tecnologie per il volo a zero emissioni.