Il nostro mare è più ricco di rifiuti che di pesci. Per ogni 50 chilogrammi di pescato, ce ne sono 100 di spazzatura, soprattutto plastica e polistirolo. Materiali che bruciano nella terra dei fuochi e che vengono spediti in maniera illegale da navi che salpano dal porto di Napoli verso i paesi asiatici, dove senza il rispetto delle norme igieniche vengono lavorati per diventare prodotti di uso quotidiano venduti poi sui nostri mercati. Da qui l’idea di un monitoraggio del ciclo della plastica.
La proposta di Polieco è stata presentata questa mattina al Gran Caffe Gambrinus, ma sarà messa a punto durante l’ottava edizione del Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti che si svolgerà nella sala conferenze dell’albergo della Regina Isabella di Lacco Ameno il 16 e 17 settembre. Il consorzio che si occupa del riciclaggio dei rifiuti a base di polietilene ha scelto la Campania come regione simbolo della Green Economy per dare una svolta al modello sperimentale di economia circolare applicata al noleggio dei cassonetti e alla loro sostituzione con il recupero e il riciclo a costo zero per i Comuni e le relative aziende municipalizzate.
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a cura di Anna Cozzolino