Se filtrassimo tutte le acque salate del mondo, scopriremmo che ogni chilometro quadrato di esse contiene circa 46.000 micro particelle di plastica in sospensione.
La produzione mondiale di resine e fibre plastiche è cresciuta dai 2 milioni di tonnellate del 1950 ai 380 del 2018.
Questa situazione ha il suo rovesci della medaglia. La plastica è infatti il prodotto sintetico a più lunga conservazione, si degrada completamente solo in centinaia di anni.
Solo il 20% della plastica prodotta è stato riciclato o incenerito. Tutto il resto si è accumulato come scarto a terra e in acqua.
Di conseguenza dai 4 ai 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari di tutto il mondo ogni anno.
Rifiuti che per i 4/5 entrano in mare sospinti dal vento o trascinati dagli scarichi urbani e dai fiumi.
A causa di ciò, 115 specie marine sono a rischio, dai mammiferi agli anfibi.
Secondo le stime più affidabili, nel 2050 avremo prodotto più di 25.000 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui la maggior parte di provenienza domestica.
Solo una piccola parte verrà riciclata o incenerita.
Insieme possiamo risolvere questo problema, la prima cosa da fare è cambiare le nostre abitudini di acquisto e consumo.
Cominciamo subito, durante queste feste natalizie evitiamo di usare vettovaglie monouso, il futuro è nelle nostre mani bisogna agire prima che sia troppo tardi.